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CONTRO LA DITTATURA MEDIATICA SUL CONFLITTO. Di Antonio de Felip

Raramente, negli ultimi decenni, si è vista una dittatura mediatica-propagandistica più feroce di quella che domina oggi le società “occidentali” (ammesso che questo aggettivo abbia un senso storico-politico) riguardo al conflitto nel cuore dell’Europa. Sulla storia dell’Ucraina, sul suo essere, o no, una nazione, sulla sua composizione etnica e linguistica, sulle cause remote e recenti della guerra, sulla NATO e sulla sua aggressiva espansione ad Est, nonostante gli accordi con la Russia, sul colpo di stato filoamericano di Maidan del 2014 (vera data dell’inizio della guerra), sui massacri, compiuti dai nazionalisti ucraini, di russi, filorussi e russofoni a Odessa, nel Donbass e in tutto il sud-est ucraino (la Novorossija), su chi è il vero aggressore e chi il vero aggredito domina una cappa di menzogne, di disinformazione, di falsità che raramente si è vista nella storia recente: forse sono comparabili solo gli apparati propagandistici USA-NATO instaurati per le guerre nel Golfo e l’aggressione alla Serbia del 1999 (79 giorni di bombardamenti indiscriminati, centinaia di infrastrutture vitali distrutte, migliaia di civili assassinati).

In contemporanea, veri atti di guerra dei paesi euroatlantici contro la Russia: sanzioni, censure contro i media russi come Russia Today e Sputnik, sequestri illegali di beni di privati russi, miserabili divieti ad artisti russi (direttori d’orchestra, concertisti, cantanti d’opera) a esibirsi nei teatri, grotteschi boicottaggi di geni della letteratura mondiale come Dostoevskij, sportivi impediti a partecipare a gare. E poi il bando dalle televisioni e da altri media, italiani ed europei, di ogni voce anche solo moderatamente critica contro la guerra. Manifestazioni contro le armi all’Ucraina rimaste senza copertura mediatica. Ancora: l’amplificazione dei media occidentalisti delle falsità propagandistiche ucraine come presunti massacri russi o la negazione degli attentati terroristici contro intellettuali russi, compiuti da agenti dei servizi ucraini. O gli assassini di cosiddetti “collaborazionisti”, in realtà russi che vogliono vivere da russi quali sono, nei loro territori. O ancora, il silenzio sul fatto che l’Ucraina è oggi una dittatura in cui Zelensky ha messo fuori legge dodici partiti d’opposizione, chiuso televisioni e giornali a lui ostili, fatto assassinare decine di deputati e giornalisti dell’opposizione, perseguitato con ferocia la Chiesa Ortodossa. Fino alla diffusione delle menzogne più spudorate ben al di là del credibile e del ridicolo, come, ed è solo un esempio, l’abbattimento di un bombardiere russo d’alta quota da parte di un nonnetto ucraino dal tetto di casa con un fucile da caccia dalla portata di 80 metri. Per rendere la tragica farsa più credibile, le autorità ucraine hanno assegnato anche una decorazione all’intrepido nonnetto.

In questo desolante panorama, in cui il campo della verità è terra bruciata, è confortante tuttavia constatare che esistono ancora autori ed editori liberi che pubblicano testi che osano sfidare la dittatura della propaganda e della menzogna. Autori ben documentati e credibili per conoscenze, professionalità e soprattutto onestà intellettuale. Autori magari diversissimi tra loro per provenienze ed esperienze, ma che, da punti di vista diversi, ci regalano una visione ben più veritiera della storia, del contesto e delle attuali circostanze rispetto alla propaganda ucraino-atlantista. Per questo segnaliamo con piacere tre libri che possono contribuire a squarciare questa cappa asfissiante. Eccoli.

Gianandrea Gaiani, L’ultima guerra contro l’Europa. Come e perché fra Russia, Ucraina e NATO le vittime designate siamo noi, il Cerchio Iniziative editoriali.

G. Gaiani, L’Ultima Guerra contro l’Europa. Come e perché fra Russia. Ucraina e Nato le vittime designate siamo noi, Il Cerchio 2023

Gianandrea Gaiani è un nome ben noto nell’ambito degli studi strategici, della storia dei conflitti, della sicurezza militare e dei reportage dai vari fronti di guerra. Opinionista per diverse testate, autore di numerosi testi, docente, è il direttore del web-magazine Analisi Difesa, uno delle testate più accreditate del settore.

Il testo raccoglie l’analisi di diversi aspetti, nella loro cronologia, del conflitto. Ad esempio la smentita della menzogna europoide, ripetuta fino alla nausea da Ursula von der Leyen, sulla Ucraina “esempio di democrazia e libertà”, in realtà una feroce dittatura e per di più corrotta fino al midollo e questo ancora prima di entrare nel conflitto. Nel 2021 Kiev si posizionava al 122° posto (su 180) nel Corruption Perception Index, al 98° posto nel Human Freedom Index, al 130° nell’Economic Freedom Heritage Foundation e al 106° nella classifica della libertà di stampa. Indici e classifiche promossi e redatti da istituti e fondazioni indipendenti.

Ma questa non è la sola menzogna che il testo ci disvela: ce ne sono molte altre. I russi bombardano abitazioni civili? Amnesty International, liberal e politically correct per definizione e certo non accusabile di essere filorussa, ha certificato che: “le forze ucraine hanno messo in pericolo la popolazione civile collocando basi e usando armamenti all’interno di centri abitati, anche in scuole e ospedali”.

I russi hanno “occupato” regioni dell’Ucraina? Il testo, assai opportunamente, cita un reportage di Gian Micalessin riguardo al “favore delle popolazioni pronte ad accogliere i russi come liberatori anziché come forze occupanti.” E ricorda “un Occidente che ha spesso chiuso gli occhi sulla situazione di un Donbass dove la popolazione, in maggioranza russofona e filo russa, rifiuta fin dal 2014 la sovranità di Kiev e combatte, da allora, una sanguinosa guerra civile”. La stessa cosa ha testimoniato, nel gennaio 2023, persino l’ultra-atlantista Economist. Infatti è dal 2014 che l’ucraina bombarda incessantemente le città e i villaggi del Donbass. Sono decine di migliaia i morti civili, colpevoli solo di voler vivere liberi da russi, quali sono, di poter parlare russo, lingua vietata in Ucraina, di leggere libri russi, banditi dalle biblioteche ucraine. Chi è il vero aggressore, chi è il vero aggredito?

Il gasdotto Nord Stream 2 sarebbe stato “auto-sabotato” dai russi? Sono proprio stravaganti questi russi che “auto-bombardano” la centrale nucleare di Zaporizhzhia, saldamente in loro possesso, così come la diga di Nova Kakhovka che ha allagato terre liberate dai russi e privato d’acqua la russa Crimea. Persino il goffo attacco con droni al Cremlino sarebbe stato “auto-prodotto” da Mosca, secondo la propaganda ucro-atlantista. Sul gasdotto Gaiani ricorda le parole del Presidente Biden poche settimane prima del conflitto: “Se la Russia invaderà l’Ucraina non ci sarà più un Nord Stream 2. Vi porremo fine.” E il sottosegretario USA Nuland confermò: “Se la Russia invade l’Ucraina, in un modo o nell’altro Nord Stream 2 non andrà avanti”. Oggi compriamo, a prezzi spropositati, il gas liquefatto dagli USA. Ricordiamo, per chi se lo fosse dimenticato, che Victoria Nuland è quella mite signora che, in una conversazione telefonica, berciò: “l’Europa si fotta!”. Nessuna cancelleria europea protestò, nessun paese della “indipendente” Unione Europea la bandì come “persona non grata”.

Contro la Russia, il pensiero unico e la dittatura mediatica e informativa euro-atlantica hanno rispolverato tutto l’arsenale delle menzogne belliche con il revival di alcuni classici già esperimentati contro la Serbia, l’Iraq, la Siria, la Libia: “stupri programmati, stragi di bambini nelle incubatrici, le immagini di cimiteri con tombe ordinate presentate come fosse comuni, gli ospedali pediatrici bombardati e la distribuzione di Viagra ai soldati russi perché violentassero il maggior numero di donne ucraine.” Le immagini dei bombardamenti terroristici ucraini sulla città di Donetsk, capitale dell’area liberata del Donbass, sono state utilizzate dai media italiani ed europei con didascalie che le descrivevano come bombardamenti russi su città ucraine.

Se non è menzogna, è censura, come quella che ha colpito le decine di intellettuali italiani, tra i quali Pietrangelo Buttafuoco, Franco Cardini, Marcello Veneziani, che nell’ottobre 2022 sottoscrissero un appello “Un negoziato credibile per fermare la guerra”. I media mainstream lo ignorarono spudoratamente, così come continuano a ignorare i risultati dei sondaggi che dimostrano che la maggioranza degli italiani è contraria all’invio di armi all’Ucraina.

Infine, sulla genesi della guerra, vogliono farci credere che la guerra sia iniziata nel febbraio 2022 con l’ingresso delle truppe russe in Ucraina. Quindi la Russia è l’aggressore e l’Ucraina la vittima aggredita? Puntualizza Gianandrea Gaiani: “Se andiamo indietro fino al 2014, passando dalla violazione degli accordi di Minsk, dalla secessione del Donbass e dalla discriminazione dei russi d’ucraina e della lingua russa dopo il golpe/rivoluzione del Maidan ispirato direttamente dagli Stati Uniti e da alcuni alleati europei della NATO, diventa più difficile attribuire nettamente le patenti di “aggressore” e “aggredito”. Come abbiamo già rilevato, è dal 2014 che le armi NATO fornite generosamente all’Ucraina bombardano città e villaggi russi del Donbass. Non è guerra questa, non è un’aggressione?

Uno dei pregi di questo libro è anche quello di allargare il nostro orizzonte storico, politico e geo-politico, ben illustrando il ruolo subordinato e ancillare dell’Europa nell’attuale conflitto, come recita il sottotitolo del libro: “Come e perché fra Russia, Ucraina e NATO le vittime designate siamo noi”. Appaiono allora illuminanti le parole dell’autore: “Prima ancora di vedere l’esito del conflitto sui campi di battaglia tra Russia e Ucraina, appare ben chiaro che il primo sconfitto è già oggi l’Europa, che questa guerra non l’ha nemmeno combattuta ma solo persa.”

Benjamin Abelow, Come l’occidente ha provocato la guerra in Ucraina, Fazi Editore

B. Abelow, Come l’Occidente ha provocato la guerra in Ucraina, Fazi Editore, 2023

Questo agile ma ben documentato testo di Benjamin Abelow, analista, pubblicista e conferenziere statunitense, è diventato un bestseller negli USA, in Germania e in Svizzera ed è in corso di pubblicazione in diversi paesi europei. Il suo pregio è quello di fornirci una diversa lettura dei fatti d’Ucraina, a partire dalle vere cause che li hanno provocati. Ci avvisa Abelow: “In questo libro io sostengo che la narrazione occidentale è inesatta. Anzi, sotto diversi, importanti aspetti, è agli antipodi della verità. La causa sottesa alla guerra non risiede nello sfrenato espansionismo di Putin o nelle follie paranoiche degli strateghi militari del Cremlino, ma nella trentennale storia di provocazioni alla Russia da parte dell’Occidente.”

Il libro ripercorre con precisione queste continue provocazioni a partire dal 1990/91, quando gli USA ingannarono deliberatamente e più volte Gorbačëv con la promessa, se non si fosse opposto alla riunificazione tedesca, che la NATO non si sarebbe espansa ad Est. Poi, negli anni successivi, la NATO, come è noto, inglobò impunemente numerosi paesi dell’Est, fino a minacciare di includere la stessa Ucraina dopo aver promosso e sostenuto il cruento golpe filo occidentale di Maidan del 2014, che abbatté il legittimo governo di Kiev e diede inizio ai massacri e alle persecuzioni di russi, russofoni e filorussi di Odessa, del Donbass e di tutta la Novorossija, popolazioni che la madrepatria russa non poteva abbandonare e che la costrinsero ad intervenire per difenderle. Dal 2016 gli Stati Uniti hanno iniziato a posizionare missili da crociera Tomahawk in Romania e in Polonia. Questi missili, che possono portare armi nucleari, hanno una gittata di oltre 2400 chilometri e possono colpire anche Mosca. Appaiono quindi del tutto legittime le preoccupazioni del governo russo circa questa ennesima provocazione di una NATO sempre più aggressiva. Poi le continue, massicce e ostili esercitazioni militari con migliaia di uomini quasi ai confini della Russia e nel Mar Nero. Queste sono le principali cause remote e recenti del conflitto. Sintetizza Abelow: “La storia di una Russia malvagia, irrazionale, intrinsecamente espansionista e con un leader paranoico al comando, contrapposta alle virtù di Stati Uniti ed Europa, è una costruzione strana e confusa della memoria. […] Le provocazioni che gli Stati Uniti e i loro alleati hanno lanciato alla Russia sono errori politici talmente gravi che, a parti invertite, i leader statunitensi avrebbero da tempo rischiato una guerra nucleare con la Russia.”

Una componente essenziale di questa falsa e falsificante narrazione degli eventi d’Ucraina è la feroce censura e disinformazione: “La responsabilità ricade anche sui principali organi di stampa. […] I media mainstream hanno costruito e continuano a tenere in piedi un regime di propaganda che disinforma il pubblico.  Una pervasiva censura delle opinioni dissenzienti è in atto a svariati livelli della società sia negli Stati Uniti sia in Europa.”. Noi in Italia lo sappiamo bene.

Agostino Carrino, I furbi dell’apocalisse. Il nemico necessario e la guerra in Ucraina nella politica estera americana, Mimesis. 

Agostino Carrino, giurista e filosofo, ha insegnato Filosofia del Diritto, Istituzioni di Diritto pubblico e Dottrina dello Stato in diverse università italiane e straniere. Profondo conoscitore della storia, Carrino con il suo testo ci porge una convincente visione alternativa alla vulgata che il regime europoide-atlantista ci vuole imporre. Il progetto generale, nel quale s’inquadra il conflitto, è quello dell’egemonia americana sull’Europa “ridotta a quella che dovrà sempre essere, un cortile della potenza statunitense (dove l’Italia risulta sempre nella sua forma più “disponibile”)”.

A. Carrino, I furbi dell’Apocalisse. Il nemico necessario e la guerra in Ucraina nella politica estera americana, Mimesis, 2023.

L’invasione dell’Ucraina venne scientemente provocata dalle potenze occidentali e dalla Polonia che non ha mai abbandonato il sogno di una ricostruzione dell’impero polacco-lituano, sogno che ispira l’attuale isterismo russofobico di Varsavia. D’altronde la storia, afferma Carrino, ci insegna che “l’Ucraina è una costruzione in buon parte sovietica”. Riguardo alla sua storia, ci ricorda “che l’Ucraina era parte dell’impero polacco-lituano” fino a quando, alla metà del Seicento, gli abitanti (soprattutto cosacchi) si ribellarono alla feroce oppressione polacca ponendosi sotto la protezione della Russia. “I confini dell’Ucraina sono artificiali e indefiniti, essa stessa incerta su cosa essere, dove e con chi stare, terra di frontiera (come dice il nome stesso)”. Comunque è chiaro che per l’Occidente lo scoppio del conflitto “era qualcosa di previsto assai più che solo da mesi, forse da anni dall’America […]. La preparazione dell’esercito ucraino, ma anche la capacità di accoglienza da parte della Polonia di milioni di profughi ucraini, dovrebbe far capire che l’invasione era un evento atteso e provocato (oggi c’è chi riscopre la politica provocatoria di Roosevelt nei confronti del Giappone, costretto dal boicottaggio energetico subìto ad attaccare Pearl Harbor).”

Anche Carrino ricorda il colpo di stato di Maidan, organizzato dalla CIA, che abbatté con la violenza il legittimo presidente Yanukovytc e instaurò una feroce dittatura filo-americana. Puntualizza l’autore: “La nuova Ucraina del dopo Yanukovytc è una Ucraina sostanzialmente e oggettivamente non autonoma, ma di fatto al servizio dell’ambasciata americana a Kiev. […] è un fatto acclarato, anche se nessuno lo ricorda, al punto che nel governo ucraino post-Maidan sedevano addirittura cittadini americani.” Fu questo colpo di stato a provocare la dichiarazione di autonomia delle regioni russofone di Luhansk e Donestsk. “Il governo di Kiev, fingendo di negoziare, cominciò una vera e propria guerra di annientamento delle popolazioni orientali”. Ecco perché, come abbiamo già registrato, l’esercito russo viene accolto dagli abitanti di queste regioni come liberatore. Ma questo la stampa mainstream non ce lo racconta, come non ci racconta del terrorismo ucraino che assassina amministratori, sindaci, governatori di queste regioni liberate accusandoli di “collaborazionismo”.

Se ci sono autori liberi ed editori liberi dobbiamo però augurarci che esistano anche molti, moltissimi “lettori liberi”. Sostenere chi lotta contro la disinformazione, acquistare e diffondere i testi che raccontano la verità dei fatti, e non la propaganda di Kiev, di Washington e di Bruxelles, fa parte di quella che un tempo si chiamava “la buona battaglia”. Anche con un piccolo gesto come l’acquisto di un libro, combattiamola.

Antonio de Felip

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