Con la presente Domus Europa inaugura una nuova rubrica, “Testimoni del Veneto. Pillole su illustri
testimoni di storia e cultura veneta”. Dal sorgere della Repubblica Serenissima e oltre la sua caduta, la storia delle Venezie ha visto nei secoli la testimonianza di grandi uomini che, con la propria firma, hanno contribuito all’arricchimento di un’immensa eredità culturale nei più svariati campi, dall’architettura alla musica sino alla politica. Grazie alla passione e alla cura del dott. Giulio Bertaggia, autore di questa pregevole raccolta di biografie storiche.
Bartolomeo Cristofori (Padova 04/05/1655 – Firenze 27/01/1732) Artigiano “cembalaro” (fabbricante di clavicembali) e inventore del pianoforte. Per le nuove esigenze dell’arte sostituì ai saltarelli, che nel clavicembalo pizzicavano la corda di sotto in su, i martelletti, ottenendo così una nuova intensità di vibrazioni e una possibile varietà di colore (piano e forte). (1) Infatti il sistema di martelletti azionati da un meccanismo di leve e molle consentiva di graduare l’intensità del suono. Il nuovo strumento, creato nel 1698, venne chiamato “gravi cembalo col piano e col forte” e poi “fortepiano”. (2) Che l’anno sia il 1698 è testimoniato anche dal musicista fiorentino Francesco Maria Mannucci, che nel suo diario, in data 16/02/1711, parla di “due anni prima del giubileo del 1700” (3) Quando inventò il pianoforte, infatti, si trovava a Firenze; il principe Ferdinando de’ Medici (Firenze 1663 – 1713), figlio dell’allora granduca di Toscana Cosimo III (Firenze 1642 – 1723), nel 1688 lo volle al suo servizio a Firenze come cembalaro di corte. (4) E lo stesso principe Ferdinando aveva dato ordini al cembalaro padovano Bartolomeo Cristofori di “render su gli strumenti il parlar del cuore, ora con delicato tocco d’angelo, ora con violenta irruzione di passioni”. (5) E possiamo ben dire che il “cembalaro padovano” c’è riuscito alla perfezione! Era stato battezzato il 06/05/1655 nella parrocchia di San Luca Evangelista a Padova, come ci ricorda una lapide posta all’esterno della omonima chiesa, in quella che allora si chiamava via San Luca, detta anche “riviera delle Lavandaie”. (6) La lapide segna come anno di morte il 1731, come riferito dalle fonti ufficiali di Firenze che utilizzavano un calendario in “stile fiorentino” in uso fino al 1750 circa. (7) Per essere più precisi, iniziava il 25 marzo (annunciazione della Vergine), e venne abolito nel novembre 1749 da Francesco Stefano di Lorena. (1708 – 1765). (8) Le autorità venete lasciarono la dicitura “1731” perché l’anno risultava quello anche secondo il calendario in “stile veneto” (o “more veneto”, abbreviato in m. v.) che faceva cominciare l’anno il primo marzo. (9) La chiesa inoltre contiene una pala di Pietro Damini (Castelfranco 1592 – Padova 1631), una tela di Pietro Liberi (Padova 15/04/1614 – Venezia 18/12/1687), (10) un affresco attribuito a Giusto de’ Menabuoi (Firenze 1330 circa – Padova 1390 circa) e uno attribuito a Bartolomeo Montagna (Orzinuovi 1450 circa – Vicenza 1523). (11) Del Cristofori ci restano tre pianoforti. Il primo, del 1720, è al Metropolitan Museum of Art di New York. Il secondo, del 1722, è al Museo degli Strumenti Musicali di Roma; in seguito, appartenne al musicista Benedetto Marcello (Venezia 24/07/1686 – Brescia 24/07/1739) e poi a suo fratello Alessandro. Il terzo, del 1726, è al Musikinstrumenten Museum dell’Università di Lipsia, dove si conservano, sempre del Cristofori, due clavicembali, uno del 1722 e uno del 1726, nonché una spinetta del 1693. (12) Quest’ultimo strumento è una spinetta ovale di cipresso ed ebano. (13) Un’altra sua spinetta ovale, del 1690, costruita per i Medici, è stata scoperta solo nel 2000 in un palazzo fiorentino dell’antiquario Bardini. (14) Ora è alla Galleria dell’Accademia di Firenze – Dipartimento Strumenti Musicali, dove c’è anche un suo clavicembalo d’ebano, anteriore all’anno 1700: non è datato, ma si sa che fu costruito nel primo periodo alla corte dei Medici. (15) Infatti è privo di firma, ma corrisponde a una registrazione inventariale dell’anno 1700. (16) Sempre a Firenze, al Museo del Conservatorio “Luigi Cherubini”, si conserva un suo contrabbasso del 1715, originariamente a quattro corde e manico corto; ora a cinque corde con manico più lungo, sostituito. (17) Cristofori, infatti, oltre che cembalaro, era anche liutaio. (18)
(1) (AAVV, “Dizionario Enciclopedico Moderno”, c. ed. Edizioni Labor, Milano, 1959, vol. II, p. 1564)
(2) (Lionello Puppi – Giuseppe Toffanin, “Guida di Padova”, c. ed. Edizioni LINT, Trieste, 1983, p. 144)
(3) (Roberto Di Ferdinando, “Bartolomeo Cristofori, inventore a Firenze del primo pianoforte”, articolo comparso mercoledì 13/07/2011 in curiositadifirenze.blogspot.it)
(4) (Annalisa Bini, “Bartolomeo Cristofori”, in Enciclopedia Italiana Treccani, 1985, www.treccani.it)
(5) (AAVV, “Storia della Musica”, c. ed. Fratelli Fabbri Editori, Milano, 1964, vol. III, p. 92)
(6) (Lionello Puppi – Giuseppe Toffanin, op. cit., p. 144)
(7) (Annalisa Bini, op. cit.)
(8) (“Capodanno fiorentino”, in it.wikipedia.org)
(9) (“Anno Domini”, in it.wikipedia.org)
(10) (Lionello Puppi – Giuseppe Toffanin, op. cit., pp. 144 e 146)
(11) (www.padovando.com/monumenti/chiesa-di-san-luca/)
(12) (Annalisa Bini, op. cit.)
(13) (www.it.early-keyboard.com/Cristofori.htm)
(14) (www.it.early-keyboard.com/OvalSpinet.htm)
(15) (www.it.early-keyboard.com/Cristofori.htm)
(16) (cherubini-opac.polomuseale.firenze.it)
(17) (Annalisa Bini, op. cit.)
(18) (Francesco Vatielli, “Bartolomeo Cristofori”, in Enciclopedia Italiana Treccani, 1931, www.treccani.it)