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LA BUONA VIOLENZA SESSUALE SUI BAMBINI. di Blade Runner

 Il cacciatore di replicanti da sempre sa che il protestante si traveste da essere umano, ma non lo è. La sua perversa disumanità si tradisce non appena egli si sente sicuro di sé, e cala la maschera bianca e rosata che ne cela il vero volto e gli intendimenti, dove le belle parole che ingannano i fessi si accompagnano finalmente con la sporcizia suprema delle pure azioni. È lì che il mio colpo li abbatte, ed è lì che traggo il mio piacere: lavori in pelle, li chiama il mio capo… Da ritirare, una volta per tutte…

Il New York Times ha recentemente pubblicato un grido di schifo e dolore di un ex-capitano delle Forze speciali USA in Afghanistan, Dan Quinn, che ha pubblicamente denunciato la complicità delle autorità militari USA nella più grande ondata di violenza sessuale sui bambini organizzata negli ultimi 100 anni: migliaia e migliaia di casi; attori, i comandanti e gli ufficiali, ma anche molti soldati del cosiddetto “governo libero” e dell’“esercito regolare afghano” creati dagli occidentali per lottare contro i Talebani: «Stavamo dando il potere a persone che facevano cose peggiori dei taleban, come mi hanno anche raccontato gli anziani dei villaggi». Queste sono alcune delle parole del capitano Quinn riportate dal quotidiano cattolico Avvenire il 22 settembre scorso.
Laggiù si chiama bacha bazi, “giocare con i bambini”, questo democratico passatempo delle nuove autorità del paese: un portavoce del Comando americano in Afghanistan che ha nome e cognome, il colonnello Brian Tribus, ha avuto il dubbio coraggio di spiegare per posta elettronica che «generalmente, le accuse di abusi sessuali sui bambini, compiuti da persone dell’esercito o della polizia afghana, sono materia che attiene al diritto penale afghano… Non è richiesto espressamente ai militari americani di denunciare gli stupri». Che fogne. Sepolcri imbiancati. La realtà è che chiunque fra i soldati americani intervenisse per limitare gli stupri sui bambini veniva punito, ed in alcuni casi il New York Times ci conferma che erano costretti a lasciare l’esercito. La loro colpa? Aver disturbato i giochetti sessuali dei preziosi alleati afghani. Nemmeno quando ciò avveniva all’interno delle basi militari USA nel paese.
Gregory Buckley jr era un ex-marine che morì nel 2012. Ha confidato a suo padre il suo inferno personale in Afghanistan: «Di notte li sentivamo urlare (i bambini), ma non potevamo far nulla»; ora il vecchio padre parla, anche se invano. «Mio figlio lo fece, ma loro risposero di volgere lo sguardo dall’altra parte perché faceva parte della cultura locale»: questa si chiama antropologia culturale! In qualsiasi luogo sia dopo la morte, suo figlio ha già scontato in anticipo, laggiù, ogni sua pena.
Dan Quinn «quando era in Afghanistan picchiò un comandante della polizia afghana dopo aver scoperto la presenza di un bambino legato al suo letto e sfruttato come schiavo del sesso. Subito dopo l’episodio è stato demansionato e richiamato in patria». Dai suoi superiori dell’esercito statunitense. Grandi Esperti, come abbiamo visto, in diritto penale afghano. L’esercito adesso sta cercando di forzare alla pensione il sergente Charles Martland, un membro delle forze speciali che si era unito al capitano Quinn nel pestaggio del comandante afgano.
Data la notizia frettolosamente, il giorno dopo in Italia tutto tace di nuovo. Possibile che nessuno alzi lo sguardo sui mandanti? Il governo USA? Nulla finge di sapere. Ma è lo stesso governo, sono gli stessi media che riempiono orecchie e tasche di tutto il mondo tramite i loro manutengoli, maggiordomi e servi con strilli scandalizzati ogni qual volta un sacerdote cattolico venga accusato – a torto o a ragione – di atti pedofili. Negli USA si distingue quindi con cura: c’è una pedofilia riprovevole e scandalosa, quella dei preti cattolici (stranamente, meno entusiasmo accompagna le miriadi di rivelazioni consimili che hanno come protagonisti “reverendi” protestanti locali); e c’è una pedofilia che non solo è materia esclusiva interna al diritto penale afghano, ma che deve essere rispettata e tutelata dai moralisti disturbatori come un prezioso lascito culturale centroasiatico.

Datemi un altro caricatore, per favore… Ho molto da fare, oggi.

Blade Runner

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