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Ecco chi combatte veramente il terrorismo. di M. Indelicato*

Solo Siria, Russia ed Iran oggi combattono attivamente il terrorismo islamico: sono questi Stati a lottare ogni giorno militarmente e politicamente contro l’ISIS ed i gruppi ad essa affiliati mentre l’occidente finge di piangere per i morti nelle sue strade.

Ed in queste ore quindi l’Europa piange 12 vittime al centro di Parigi, uccisi barbaramente per mano estremista; il vecchio continente piomba nel terrore più nero, nell’incubo di vedere le proprie strade trasformarsi in trincee ed in campi di battaglia che invadono ogni aspetto della quotidianità. Ma oggi più che mai, proprio quegli europei che oggi invocano la guerra contro l’oriente e la netta distinzione tra ‘società occidentale’ e ‘società orientale’ e che incitano i propri governi alla linea dura, si chiedono chi veramente in campo internazionale lotta contro i terroristi? Dopo i maxi attentati organizzati e pianificati da una cupola militarmente forte e finanziariamente ben sostenuta, come quella di al Qaeda, che hanno dato vita all’11 settembre, agli attentati delle stazioni del metro di Madrid e di Londra nel 2004 e nel 2005 e dopo le tante guerre sostenute da USA ed occidente in nome di un mondo più ‘libero e sicuro’, la strategia della tensione all’interno della galassia estremista sembra cambiare: da qualche mese a questa parte, grazie alla sempre meno influenza ideologica (e finanziaria) di al Qaeda a favore invece dell’ISIS, l’estremismo islamico punta a sguinzagliare in giro per l’occidente ‘cani sciolti’ in grado di compiere gesti meno clamorosi ma forse più forti a livello mediatico perché alla popolazione danno l’impressione di poter colpire in qualsiasi momento.

Dalla piazza del parlamento canadese, alla caffetteria di Sydney, dalla stazione di Volgograd, alla redazione parigina di un giornale satirico, l’estremismo dimostra che con semplici mosse può arrivare a colpire ovunque; ma chi ha veramente causato tutto ciò? Chi ha favorito la nascita, crescita ed espansione dei massimi rappresentanti di questo nuovo terrorismo? E soprattutto, chi veramente cerca di contrastarlo? Dati alla mano, questi sempre più frequenti ‘mini attacchi’ crescono con il crescere della propaganda dell’ISIS; il califfato islamico che controlla parti di Siria ed Iraq, sfrutta i mezzi delle telecomunicazioni moderne per fare arrivare i suoi messaggi in occidente e fare proselitismo tra le piccole cellule terroristiche attive in Europa. Il mantenimento di queste piccole cellule attive, serve quindi come base soprattutto per chi, dopo essersi addestrato tra le fila dell’ISIS in Siria ed Iraq, ritorna nel vecchio continente e mette in atto la sua personale jihad tra le vie del centro delle capitali europee. L’ISIS quindi, non solo fa proselitismo ma agevola l’addestramento ed il ritorno poi in patria di molti suoi combattenti; il cosiddetto ‘terrorismo di ritorno’, contro cui metteva in guardia (guarda caso) l’Arabia Saudita nel mese di ottobre con specifici comunicati. Suona abbastanza inquietante il fatto che questa nuova strategia del terrore arrivi proprio pochi mesi dopo l’avviso, che sapeva più di minaccia, di uno dei paesi che maggiormente ha finanziato i gruppi islamici in Siria in funzione anti Assad. L’impressione è che i responsabili di questo clima sempre più di piombo in Europa, siano gli stessi che oggi esprimono con fermezza la volontà di combattere i gruppi terroristici; sono note le foto del senatore McCain con alcuni ‘resistenti’ siriani che oggi sono alti dirigenti dell’ISIS, è nota la posizione della Francia molto vicina ad Ankara negli ultimi mesi, con quest’ultima che oramai apertamente sostiene la necessità di passare altre armi a chi in Siria lotta contro Assad, ovvero appunto l’ISIS e tanti altri gruppi integralisti radicali.

Sono noti anche i contatti tra Mossad, esercito israeliano ed esponenti dei gruppi radicali; è noto anche che molti mercenari che nel 2012 hanno attaccato Assad in Siria, sono stai addestrati tra Giordania ed Arabia Saudita. E’ tutto stato scritto nei mesi scorsi: è l’occidente ad aver armato i gruppi integralisti islamici e lo stesso occidente adesso sta subendo il terrorismo di ritorno, con risultati ben visibili sotto gli occhi di tutti. L’occidente ha usato e continua ad usare il terrorismo islamico in funzione anti Assad in Siria e per destabilizzare l’intero medioriente: lo sterminio di yazidi e cristiani nel nord dell’Iraq, è funzionale al nuovo medioriente progettato dagli USA già ai primi anni 2000, ancor prima dell’attacco a Saddam Hussein. Proprio l’attacco a Baghdad del 2003, è stato il primo grande passo verso questo progetto: liberato un governo che teneva unito l’intero Iraq, il paese è diventato una fucina di terroristi ed integralisti, che hanno iniziato a destabilizzare l’intera regione. Poi le primavere arabe hanno fatto il resto: contro Gheddafi, sono state armate bande di integralisti che oggi controllano Tripoli, in Egitto e Tunisia si è lasciato ampio margine di vittoria ai Fratelli Musulmani, salvo poi rovesciarli dopo aver constatato che non rispondevano più agli interessi di occidente ed USA in particolar modo. In tutto questo, appare quindi come tardiva o volutamente inefficace l’azione mossa da USA, Francia e Gran Bretagna che è volta a bombardare aree siriane ed irachene controllate dall’ISIS; uno scenario quindi, che mostra quelli che, se interpretati in buona fede, sono clamorosi errori strategici dell’occidente, mentre se sono interpretati secondo cattiva fede, hanno l’aspetto di veri e propri programmi criminali funzionali agli interessi non tanto occidentali, quanto dei governi occidentali e di chi li controlla.

Non solo in medioriente, ma anche a casa nostra fa comodo creare strategia della tensione: far recepire l’attuale situazione alla popolazione come un vero e proprio scontro di civiltà, serve a farci sentire lontano ed ‘indegno’ di noi quel mondo che invece è uno dei pochi a resistere a grandi linee con i progetti del nuovo ordina mondiale. Quel mondo soprattutto, che è l’unico a combattere efficacemente il terrorismo. Stringi stringi, ci si accorge che sono soltanto tre gli Stati che in maniera convinta e decisa combattono il terrorismo islamico ed ottengono successi pragmatici in tal senso: si tratta di Siria, Iran e Russia. La Siria combatte militarmente al suo interno il terrorismo dell’ISIS e degli altri gruppi integralisti; una guerra logorante, ma che ha permesso la salvezza del governo di Assad e la riconquista di tutte le principali città del paese, ad accezione al momento di Raqqa. Una battaglia ostacolata da quei governi occidentali che invece finanziano l’ISIS ed i gruppi di ‘resistenza’ e che da anni spacciano mediaticamente Assad come un crudele dittatore, tanto da minacciare un intervento armato della NATO nei suoi confronti nel settembre 2013. Anche la Russia combatte al suo interno il terrorismo islamico: la miccia innescata nei primi anni 90 nel Caucaso ed in Cecenia soprattutto, è oggi quasi del tutto domata. Dopo gli attentati della Dubrovka e di Beslan nel 2002 e nel 2004, le forze governative russe hanno dato sonore sconfitte non solo alle organizzazioni terroristiche cecene, ma anche a quelle impegnate nel Caucaso ed affiliate ad Al Qaeda. Tanti gli arresti, tanti i controlli e numerosi gli attacchi sventati; la questione della lotta al terrorismo islamico in Russia è centrale e viene affrontata con sempre maggiore successo. L’Iran invece, è impegnato su tutti i tavoli diplomatici contro il terrorismo; la stabilizzazione del medioriente, la fine della tensione terroristica e la lotta agli estremisti, è sempre in cima alle agende internazionali del governo di Teheran. Anche se non direttamente intervenuta in Siria, il sostegno ad Assad passa anche da una decisa lotta politica che ha l’intenzione di espellere i terroristi dalla regione. Sono questi stati a volere veramente una seria lotta al terrorismo; l’occidente pigro, ipocrita e stolto, resta a guardare le sue strade insanguinate e si asciuga le lacrime con una sola mano, essendo l’altra impegnata ad armare e sostenere gran parte dei gruppo terroristici. Il terrorismo islamico, manipolato e sostenuto dall’occidente, ha tanti motivi compiacenti all’occidente per continuare a vivere: quelle dell’occidente di queste ore, sono soltanto lacrime di coccodrillo.

di Mauro Indelicato.

Domus Europa ringrazia il blog www.lintellettualedissidente.it

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