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TOLKIEN IN OLANDA. Di Luisa Paglieri.

John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973)

Recentemente (17/19 giugno) ha avuto luogo in Olanda una delle più grandi feste tolkieniane d’Europa.

Si tratta del Lustrum, festa ispirata al mondo di Tolkien che si tiene ogni cinque anni (da cui il nome) in Olanda a cura della società tolkieniana olandese, Unquedor.

Il Lustrum è una festa in grande, culturale e ludica al tempo stesso.

Le attività ricreative sono state tenute all’ Aja e hanno compreso incontri con collezionisti tolkieniani (Henk Brassien, noto come Hobbithunter, possiede più di 550 diverse edizioni dello Hobbit in 75 lingue diverse…), assaggi di birre (per chi non lo sapesse, esiste una porter, ossia birra scura, che si chiama Hobbit, ma è un vero prodotto di nicchia), incontri con creatori di costumi tolkieniani o di villaggi che vengono montati in vari tipi di eventi (con tanto di mobili, utensili ecc), workshops sulle varie lingue della Terra di Mezzo, giri turistici, esposizioni artistiche, concerti, quiz, storytelling (con la presenza di Pat Reynolds, nota esponente della British Tolkien Society, ben conosciuta in Italia per i contatti avuti con la S.T.I fin dagli anni Nocvanta). E per finire un banchetto di chiusura, tenuto al piano più alto di un grattacielo soprannominato dagli amici olandesi Barad-dur (in effetti è di un colore  scuro un po’ sinistro : bisogna ammettere che L’Aja, città in buona parte moderna, pullula di grattacieli ed è stata un po’ maltrattata dagli urbanisti contemporanei…). Ma il panorama della città vista dal 40° piano è davvero spettacolare, specialmente la sera, con tutte le luci accese…

Contestualmente alle attività ludiche (e il lato giocoso era davvero gratificante) ha avuto luogo il convegno, quest’ anno tenuto nei locali dell’ università di Leida (o Leiden) che tra l’altro è la più antica università olandese (Guglielmo d’ Orange concesse alla città di avere una sua università per “premiarla” per l’ eroica resistenza opposta agli occupanti spagnoli nel 1573-74).

Leida è vicinissima all’ Aja, sono solo 12 km, si prende un trenino, poco più di un tram, che in pochi minuti vi porta da una città all’ altra, non era quindi un problema conciliare gli appuntamenti accademici con le attività più “leggere”.

Il convegno prevedeva diciassette  interventi, qualcuno purtroppo in contemporanea in aule diverse.

Eccellente e innovativo mi è parso l’ intervento dell’ ospite d’ onore Paul Smith, docente universitario di letteratura francese, che ha parlato dei rapporti tra Tolkien e gli scrittori francesi da Chrétien de Troyes e Maria di Francia fino agli esistenzialisti. Molto interessanti per chi si occupa di filologia gli interventi di Thijs Porck  (su talune fonti anglosassoni) e Nelson Goering (l’antica lingua della Mercia).Cito ancora Antoine Paris (introduzione e appendici del SdA), l’ altro ospite d’ onore Thomas Honegger (rapporto tra intellettuali e guerra, ovviamente con particolare riguardo alle esperienze di Tolkien), e soprattutto l’ interessante intervento di Jan van Breda sulle venature “anarchiche” del pensiero politico di Tolkien, argomento che in Italia è stato oggetto di un libro di Carlo Stagnaro e Alberto Mingardi e che anche in Inghilterra è tuttora assai dibattuto (la tesi di un Tolkien bonariamente anarchico e nettamente antistatalista è piuttosto popolare!).

Chi scrive ha presentato un intervento sulla ricezione di Tolkien in Italia e sulle relative vicende editoriali che è stato bene accolto.

L’ ospitalità degli olandesi è stata simpatica e informale. Per concludere, un’ ottima esperienza…

Un solo motivo di tristezza: ma perchè le università italiane non prendono neanche vagamente in considerazione l’idea di appoggiare qualche iniziativa del genere?

Luisa Paglieri

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