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TESTIMONI DEL VENETO. CARLO GOLDONI. a cura di Giulio Bertaggia.

Nuova puntata della rubrica,”Testimoni del Veneto. Pillole su illustri testimoni di storia e cultura veneta”. Dal sorgere della Repubblica Serenissima e oltre la sua caduta, la storia delle Venezie ha visto nei secoli la testimonianza di grandi uomini che, con la propria firma, hanno contribuito all’arricchimento di un’immensa eredità culturale nei più svariati campi, dall’architettura alla musica sino alla politica. Grazie alla passione e alla cura del dott. Giulio Bertaggia, autore di questa pregevole raccolta di biografie storiche.

A cura di Giulio Bertaggia.

Carlo Goldoni (1707-1793).

Carlo Goldoni (Venezia 25/02/1707 – Parigi 06/02/1793) Commediografo, librettista, avvocato. Uno dei più famosi creatori del teatro dei caratteri, un autore la cui influenza nei commediografi di tutto il mondo è ancora viva e che seppe scrivere i suoi capolavori utilizzando ben tre lingue: veneta (nella forma del dialetto veneziano), italiana e francese (pensiamo a “Le bourru bienfaisant” cioè “Il burbero benefico”). E’ con questo illustre e geniale commediografo che il teatro comico si stacca dalle maschere della tradizione classica italiana e diventa studio dei caratteri, della psicologia dei personaggi. Giunto a Feltre nel 1729 come coadiutore della cancelleria, scrisse e rappresentò lui stesso nel 1730, al Teatro de la Sena (cioè “della scena”) in Piazzetta delle Biade, due intermezzi in versi: “Il buon vecchio”, andato perduto, e “La cantatrice”; sono le sue prime opere. (1) Nel 1731 si laureò in giurisprudenza a Padova e cominciò ad esercitare l’avvocatura. Dette origine ad una riforma con cui sostituì alla “commedia dell’arte” o “commedia a soggetto”, improvvisata su una traccia o “canovaccio” dagli attori, ciascuno dei quali rappresentava una maschera, la “commedia scritta”, fondata su un carattere. Primo annuncio della riforma fu il “Momolo cortesan” (1738), di cui scrisse soltanto la parte del protagonista; prima commedia interamente scritta fu “La donna di garbo” (1743). (2) Alla maschera fissa il Goldoni volle sostituire il personaggio còlto dalla vita, con una sua consistente vicenda psicologica. (3) “La donna di garbo” (1743) fu dunque la prima commedia in cui gli attori dovevano solo ripetere e interpretare un testo interamente scritto dall’autore; la prima commedia senza maschere fu la “Pamela nubile” (1750); con “I rusteghi” (1760), abolì anche i servi che dalla commedia greca di Aristòfane e Menandro a quella latina di Plauto e Terenzio, dalla commedia rinascimentale italiana a quella dell’arte, erano stati sempre un elemento essenziale del gioco scenico. L’eliminazione dei servi distingue la commedia goldoniana non solo da quella dell’arte, ma anche da quelle “regolari” precedenti. Con Goldoni, la commedia diventa realistica, vera trasposizione sulla scena del mondo reale. (4) La battaglia goldoniana per la riforma del teatro ricominciò poi a Parigi, dove si era trasferito nel 1762 e dove si rappresentavano o commedie dell’arte o i capolavori di Jean Baptiste Poquelin, meglio noto come Molière (Parigi 1622 – 1673) che pure usava maschere (vedi Sganarello o Scapin): la sua battaglia per un teatro scritto fu vinta nel 1771, con la rappresentazione del “Bourru bienfaisant” (“Il burbero benefico”). (5) E’ in lingua veneta che ha mosso i primi passi il percorso che ci ha portato al teatro “psicologico”, al teatro contemporaneo. Goldoni ha inventato i copioni fissi, come li intendiamo oggi. A Venezia, Goldoni è ricordato da una statua del 1883 in Campo San Bòrtolo (Bartolomeo), a pochi passi dal Ponte di Rialto; lo ricorda anche un busto nel Panteon Veneto di Palazzo Loredan, in Campo Santo Stefano, opera anteriore al 1847 di Francesco Bosa (Venezia 25/09/1803 – 10/03/1870). A Padova, da un ricordo marmoreo nell’aula Ippolito Nievo di Palazzo del Bo. Ca’ Centanni, la sua casa veneziana, ora museo, è a San Polo 2794. Una curiosità: Palazzo Poli, la casa in cui visse a Chioggia, al n° 307 di Calle Rosalba Carriera, era appartenuto in precedenza alla grande pittrice Rosalba Carriera (Venezia 12/01/1673 – 15/04/1757), sepolta a Venezia nella chiesa dei santi Vito e Modesto.

(1) (“Teatro de la Sena”, in www.fenicefeltre.it/index.php/visita-feltre/teatro-de-la-sena)

(2) (Mario Pazzaglia, “Gli autori della letteratura italiana”, c. ed. Zanichelli, Bologna, 1972, vol. II, p. 924)

(3) (Mario Pazzaglia, op. cit., p. 925)

(4) (Giuseppe Petronio, “L’attività letteraria in Italia”, c. ed. Palumbo, Firenze, 1981, p. 475)

(5) (Giuseppe Petronio, op. cit., p. 474)

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