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IL LASCITO DELL'IMAM KHOMEINI A 27 ANNI DALLA SUA MORTE. DIALOGO CON ABOLFAZL EMAMI, SAPIENTE RELIGIOSO MUSULMANO SCIITA. a cura di Alì Reza Jalali.

Ruḥollāh Moṣṭafāvī Mōsavī Khomeynī (1902-1989)

Il prossimo 4 giugno a Roma presso la sala congressi del Best Western Hotel, nelle vicinanze della stazione Tiburtina, il Centro Studi Internazionale Dimore della Sapienza – in collaborazione con Irfan Edizioni, Istituto Culturale della Repubblica Islamica dell’Iran, Unione delle Associazioni Islamiche degli Studenti – Italia, Libreria Raido, Associazione Identità Europea – presenta un convegno internazionale dedicato alla figura di Ruhollah Khomeini, grande filosofo, gnostico, giurista e leader politico musulmano del Novecento, nonché fondatore della Repubblica Islamica dell’Iran e leader indiscusso di quella Rivoluzione che nel 1979 abbatté la monarchia filo-americana dello Shah, ponendo fine al colonialismo anglosassone nel paese persiano.

Proprio nel mese di giugno ricorre l’anniversario della morte di questo grande personaggio del XX secolo, scomparso nel 1989 e salutato per l’ultima volta dal suo popolo con una cerimonia funebre che è rimasta scolpita per sempre nella memoria di tutta l’umanità, a dimostrazione di quanto fosse amato Khomeini dalla sua gente, al contrario di quello che vorrebbe far credere la propaganda mediatica dell’imperialismo statunitense.

Per sapere di più su questa figura eccezionale del Novecento, ci siamo rivolti all’Hujjatulislam Abolfazl Emami, uno dei relatori del suddetto convegno internazionale, studioso di questioni politiche e religiose, nonché giovane chierico sciita iraniano residente in Italia.

Secondo Abolfazl Emami – al quale abbiamo chiesto riguardo all’importanza di ricordare Ruhollah Khomeini a distanza di decenni dalla sua scomparsa, soprattutto qui in Europa, dove la figura della Guida iraniana fu spesso vilipesa e offesa a livello mediatico – sarebbe opportuno “dare la precedenza alla conoscenza di colui che è l’Imam e la Guida suprema iraniana attuale, uomo libero, religioso e virtuoso, cioè l’Imam Khamenei”.

“Egli”, sempre secondo lo studioso sciita, “ha per quasi trent’anni svolto il ruolo di Guida in un contesto diverso rispetto all’Imam Khomeini, sia per quanto riguarda l’Iran, sia per quanto concerne la regione mediorientale, che lo scacchiere internazionale. Tuttavia c’è da dire che il mondo odierno è assetato di spiritualità, sia a livello prettamente religioso, che politico e amministrativo”; Emami ha continuato sottolineando che c’è voglia di religione in tutto il mondo, “anche se tale religiosità richiede un sentimento espresso in modo ragionevole e lontano da estremismi di ogni tipo”.

“Senza dubbio i giovani occidentali liberi, conoscendo meglio la figura dell’Imam Khamenei, si allontanerebbero da quei movimenti estremisti in cui non si può riporre fiducia. Infatti il movimento creato dall’Imam Khomeini e reso ancora più saldo dal suo successore, può essere una risposta alla sete di questi giovani e degli uomini liberi; tale movimento è nato nel cuore di un paese oppresso (Iran) dal colonialismo straniero (USA) e dall’oppressione interna (Shah), per cui può essere chiaramente un esempio vivente per tutti quei popoli che ambiscono a liberarsi dalle grinfie delle potenze arroganti e dai colonialisti.”

Oggi l’Iran è certamente una potenza regionale affermata, con un raggio di influenza che si estende dal Golfo Persico al Mediterraneo; erano secoli che gli iraniani non erano così attivi in quell’area geografica. Sarebbe utile quindi capire in che misura il khomeinismo è stato influente per riscoprire la grandezza di un tempo.

La risposta che ci ha dato Abolfazl Emami su tale tema è stata che la figura della Guida della Rivoluzione islamica dell’Iran non è etichettabile, in base alle ideologie politiche occidentali, come una sorta di nazionalismo in salsa persiana, tuttavia “l’operato dell’Imam Khomeini ha fatto dell’Iran una grande e forte nazione, accrescendo la sua influenza nella regione mediorientale e nel mondo. Gli interessi reali di una nazione non sono in contrasto con gli interessi fondamentali e a lungo termine di tutta l’umanità. Oggi la profondità strategica della Repubblica Islamica dell’Iran è presente nel cuore delle nazioni del mondo, al contrario degli Stati Uniti, il cui presidente viene normalmente accolto con proteste ovunque vada, poiché considera gli interessi delle nazioni in conflitto con gli interessi degli Stati Uniti.”

Lo studioso sciita ha poi continuato nelle sue spiegazioni, dicendo che “il caso di Israele è un’eccezione, infatti non è nel vero interesse degli Stati Uniti e dell’Europa appoggiarlo e fino ad ora sono stati spesi miliardi di dollari del capitale di questi paesi per appoggiare l’occupazione sionista in Palestina, versando il sangue di donne e bambini innocenti, e mettendo in crisi il sistema liberale e i diritti umani sostenuti dall’Occidente.”

Emami ha proseguito poi smentendo quelle che potrebbero essere le analisi degli studiosi di impostazione materialista, i quali danno eccessivo peso a fattori quali la forza bruta. Infatti Abolfazl Emami ha detto: “la realtà è che la percentuale di influenza di un paese sul mondo non si misura in base alla sua presenza e potere militare, né gli Stati Uniti possono influenzare il Golfo Persico né impedire all’Iran di arrivare al Mar Mediterraneo.”

Secondo lo studioso sciita, se l’Iran è una potenza, non lo è tanto dal punto di vista militare, “ma per la sua fede e la sua razionalità. Per questo la Guida dell’Iran attuale, non arma i giovani del mondo militarmente, ma con messaggi e lettere, per presentare la logica della vita, la politica e la spiritualità ed è questa la vera potenza dell’Iran. Una potenza che non vuole signoreggiare sulle altre nazioni e i loro interessi, ma essere al loro servizio ed esaudire le loro richieste profonde e radicate. Il vero potere è nell’essere al servizio della gente, non nel signoreggiare su essa.”

Alì Reza Jalali

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