Torna la letteratura di Colin Wilson (1931-2013) con una trilogia edita da Carbonio editore, definita “Trilogia di Gerard Sorme”. Il primo volume, Riti notturni (pagg. 448, euro 18,00) illustra la vita di Gerard Sorme, aspirante scrittore che vive con una piccola rendita in una camera ammobiliata a Soho. Per una serie di circostanze si mette sulle tracce di un serial killer che richiama un altro criminale, Jack lo Squartatore, personaggio più volte rappresentato nella letteratura e nella cinematografia. Lo Squartatore, la cui identità non fu mai conosciuta, terrorizzò la Londra vittoriana uccidendo e squartando, nel quartiere popolare Whitechapel, cinque giovani prostitute.
Wilson fa analizzare a Sorme il profilo psicologico del criminale che si aggira nella Swinging London e descrive i percorsi mentali del giovane scrittore. Emerge un intreccio fra crimine pianificato e ragionamenti che ha lo scopo di definire i percorsi mentali del criminale.
L’Uomo senza ombra
Il secondo volume della trilogia, L’uomo senza ombra (pagg. 299, euro 16,50) è un altro capitolo della vita dello scrittore Gerard Sorme, focalizzato stavolta sul sesso: una sorta di “diario”, come recita il sottotitolo. Per Sorme il sesso è un elemento ispiratore per le sue storie, per ampliare la coscienza e si impegna ad avere una vita intensa sotto questo aspetto trascrivendo in un diario le sue esperienze con le ragazze che frequenta. Le donne si susseguono finché non conosce e si innamora di Diana, donna sposata con un musicista strambo e più anziano di lei.
In questa storia entra in ballo un personaggio inquietante, Caradoc Cunningham, amico di Aleister Crowley (1875-1947), autore di scritti sulla magia. Cunningham conduce una lotta perenne con se stesso e contro gli altri, per prevalere nella sua ricerca magica, con l’aspirazione di costringere la volontà di coloro che lo circondano ai propri fini spesso con garbo e disinteresse tali che lo fanno sembrare – a Gerard soprattutto – amichevole. Fra i due i rapporti oscillano tra sentimenti alterni. Cunningham ha un forte carisma e coinvolge Gerard, Diana e Carlotta nelle sue operazioni di magia sessuale e magia nera organizzate per neutralizzare i poteri di entità che avrebbero dovuto colpirlo a morte.
Tra sesso e magia
Wilson spesso cita maestri dell’esoterismo, maghi e menziona sempre la natura come luogo eletto per la vita dell’uomo. Lo fa con lo spirito di chi cerca una via per l’affermazione spirituale, quasi religiosa. Il romanzo L’uomo senza ombra è scritto su più piani di comprensione. Wilson sottolineò, in seguito, che si trattava di esperienze sessuali ma anche di ricerche che hanno lo scopo di facilitare un viaggio nella propria coscienza, una ricerca nella propria esistenza.
Terzo libro della Trilogia, Religione e ribellione, libro sfortunato quando uscì ma in seguito rivalutato. Qui coniuga la religione – e una visione spirituale del mondo – e la ribellione contro il mondo moderno e materialista. Analizza, sotto questa luce, anche il rapporto fra il genio individuale e una società con le sue regole esercitando un pensiero contro le idee stabilite e prefissate della società contemporanea (oggi si direbbe del “politicamente corretto”).
Religione e ribellione è un’opera di approfondimento che riguarda intellettuali, pensatori, scrittori che hanno preso le distanze dalla società moderna, materialista, nichilista e consumista e hanno avviato una ricerca spirituale.
Wilson sviluppa una critica della dimensione spirituale, della morale, attraverso la psicologia, la critica letteraria, la filosofia, la poesia, la storia. Wilson si richiama allo storico Arnold Toynbee secondo il quale in qualsiasi società gli individui più importanti sono una “minoranza creativa” che affrontano l’evoluzione di una società e sono filosofi, artisti, pensatori. Questi uomini, sosteneva Toynbee, raggiungevano un livello di creatività seguendo un processo che prevedeva la solitudine per poi “liberare” le loro visioni e intuizioni nella società, illustrandole e cercando di convincere gli altri a metterle in pratica. Gli esempi citati da Toynbee erano Buddha, Confucio, San Paolo, Maometto, Dante, Kant ecc. e affermava che le civiltà decadono quando le minoranze attive e creative vengono meno. Wilson, vero outsider, specie in quegli anni, offriva una serie di prospettive contro la società materialista e liberale.
Un giovane arrabbiato
In Wilson era ricorrente la negazione della società borghese e dei suoi valori, del “politicamente corretto” dell’alta borghesia britannica ma soprattutto della contestazione degli intellettuali inglesi di fine anni Cinquanta e inizi anni Sessanta del secolo scorso, i cosiddetti “Young angry men”, i “Giovani arrabbiati”. Nelle polemiche giornalistiche e nella presentazione di questa “corrente letteraria” in genere non venivano fatti distinguo. Si presentava un elenco di nomi e si diceva che erano tutti accomunati nel rifiuto dello status quo ma senza specificare le differenze fra gli scrittori, che erano differenze importanti. Una cosa erano i socialisti dichiarati, come Lessing e Anderson altra gli irrazionalisti come Wilson e Holroyd.
Wilson attaccava il mondo moderno, la società democratica e dei consumi a favore di una visione spirituale, a favore di una società legata ai valori dell’eroismo contro una società fatta di “numeri ed etichette”. Rivaluta l’uomo eroico e quindi ‘L’Escluso’, colui il quale vive nella società moderna ma non ne fa parte, anzi prende le distanze. Mentre il tipo umano borghese è ‘L’Incluso’. L’Escluso aspira a “un divino ideale”. Un richiamo al “passaggio al bosco” jüngeriano. “Ecco la lezione degli Esclusi – dice
Wilson -, una lezione di deliberata solitudine e di reazione ai valori delle masse, una rivolta contro il desiderio di sicurezza preteso dalle plebi”. Una visione spirituale, antidemocratica, che si esprime così: “Io ritengo che la nostra civiltà sia in declino, e che di tale declino la presenza degli ‘Esclusi’ sia un sintomo. Costoro sono uomini che reagiscono al materialismo scientifico: uomini i quali un tempo avrebbero avuto la Chiesa come punto cardinale. Ritengo – afferma Wilson – che qualora una civiltà cominci a esprimere da sé degli ‘Esclusi’, essa abbia raccolto una sfida; una sfida a produrre un tipo d’uomo più degno, a darsi una nuova unità d’intenti, a meno che non voglia rassegnarsi a cadere nel baratro al pari di tante altre civiltà che hanno preferito ignorare la sfida. ‘L’Escluso’ è il singolo, l’individuo il quale si azzarda a raccogliere per suo conto la sfida stessa”.
L’Occidente, Spengler e l’anti-Sartre
Wilson consiglia: “Il lettore che desidera maggiori chiarimenti potrà rifarsi leggendo, se non l’ha già fatto, il Tramonto dell’Occidente di Spengler o gli scritti di Arnold Toynbee”. E ancora, per reagire contro la società dei consumi afferma: “La civiltà è come ‘L’Escluso’ deve avere una religione, se vuole sopravvivere. Ne abbiamo avuto abbastanza di ‘umanesimo’ e di ‘progresso’ scientifico, per non sapere ormai quel che valgono”. Il richiamo alla religione è un richiamo allo spirito, alla disciplina interiore. Colin Wilson si avvicinò all’esistenzialismo leggendo Kierkegaard, ma il suo esistenzialismo era molto lontano da quello ”sociale” alla Sartre. Anzi, sul pensatore francese Wilson pubblicò un pamphlet intitolato Anti-Sartre.
Questa negazione del sistema Wilson la traspone anche nei suoi romanzi. Piuttosto che esaltare la droga e la libertà sessuale esalta la visione spirituale e metafisica.
Manlio Triggiani