Di tutte le sfide che la Francia deve affrontare, l’immigrazione è “l’unica che minaccia la pace civile”, ha avvertito l’ex capo dei servizi segreti del Paese in un discorso recentemente pubblicato presso la Amicale Gaulliste du Sénat.
Pierre Brochand è stato Direttore Generale della Direzione Generale per la Sicurezza Esterna (DGSE) dal 2002 al 2008, l’equivalente della CIA americana o dell’MI6 britannico per intenderci, nonché Ambasciatore di Francia, in particolare, in Ungheria e Israele.
Come riportato dalla testata francese Le Figaro[1], Brochand ha sostenuto che “il livello di immigrazione in Francia ha avuto un effetto trasversale su tutta la nostra vita collettiva, che considero generalmente negativo”.
Dichiarazioni che certamente non sorprendono chi, da anni, mette in guarda sulla deriva, ormai incontrollata, di criminalità legata all’immigrazione che sta investendo l’Europa e che solo recentemente, anche a causa dei disordini legati ai festeggiamenti di, tra gli altri, marocchini, o per i drammatici casi di cronaca minimizzati dai soliti noti, sembra siano tornate d’attualità.
Terzomondizzazione della società francese
Bernarnd ci ha tenuto a sottolineare che l’immigrazione in generale “non è un male in sé”. Tuttavia, ha però affermato che “l’immigrazione molto particolare a cui siamo stati sottoposti per 50 anni” si è trasformata in una “strisciante terzomondizzazione della società francese”, portando con sé anche impatti sociali, economici e educativi come “la regressione in aree chiave, per esempio l’istruzione, la produttività, i pubblica servizi, sicurezza e civiltà”.
Lo stesso Bernard, come riportato da Remix[2], mette in guardia l’elettorato francese contro l’umanitarismo strumentale perpetrato, a suo dire, da potenti lobbies mediatiche o ONG (New York Times, SOS Mèditerranèe) perché “coloro che fanno pressioni per una politica particolare ‘non sono mai i pagatori’ e se non ci facciamo carico dei nostri interessi vitali, nessuno lo farà per noi”.
L’intervento di Brochand è proseguito attaccando i miti progressisti-immigrazionisti francesi che dipingono la Francia come un paese da sempre terra di immigrazione, analizzando le tre (euro-cristiana, musulmana, quella successiva alle “Primavere arabe”) più importanti ondate migratorie che a suo dire, solo dal 1850, avrebbero gradualmente impattato profondamente sul paese.
Dopo aver esposto le contraddizioni e i pericoli insiti nell’immigrazione che ha travolto la Francia e nella sua specifica natura valoriale e religiosa, ha sostenuto anche il fallimento dell’assimilazione, metodologia tutta francese per gestire l’immigrazione stessa: “nonostante la Francia abbia tentato di perseguire una politica di assimilazione, questa è stata rapidamente abbandonata […] anche per necessità, perché i volumi che abbiamo accettato hanno superato molto rapidamente questa soglia molto impegnativa”.
Che fare?
Brochand ha affermato che la Francia doveva “togliersi la camicia di forza e riprendersi, mostrando finalmente volontà politica, il volante del camion pazzo che si guida da solo da 50 anni”. Ha proposto sei obiettivi: attaccare l’immigrazione illegale, ridurre drasticamente i visti, rimuovere tutti i benefici contributivi per gli stranieri, ridurre la durata dei permessi di soggiorno e bloccarne gli automatismi di rinnovo , tagliare un altro automatismo, quello legato al diritto di richiedere la nazionalità e infine rafforzare la “laicità cristiana”, non solo attraverso lo Stato ma anche attraverso le istituzioni scolastiche e il mondo degli affari.
Probabilmente sarebbe stato opportuno anche qualche passaggio sul Franco CFA francese, tuttora adottato da 14 paesi africani, continente entro il quale la stessa Francia prosegue nella sua avanzata economica e geopolitica (qualcuno si ricorda la Libia, per fare un esempio? Ma si potrebbe parlare anche del Mali ecc.) o anche i recenti screzi con l’attuale governo Meloni sui temi relativi ai clandestini e alle ONG, tutto questo tenendo ben presente il Trattato del Quirinale siglato lo scorso anno.
Valerio Savioli
[1] https://www.lefigaro.fr/vox/societe/pierre-brochand-ex-dgse-pourquoi-l-immigration-est-l-enjeu-central-et-meme-principal-de-notre-vie-publique-20221206
[2] https://rmx.news/france/france-must-strike-hard-on-immigration-crisis-or-risk-rolling-toward-the-abyss-claims-ex-head-of-intelligence-agency/