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LA CULTURA UMANISTICA CONTRO IL VILE AFFARISMO. Di Virginia Chiavaroli

[…]

Alle fronde dei salici, per voto,

anche le nostre cetre erano appese,

oscillavano lievi al triste vento.

  1. Quasimodo

Mentre i giornali titolano che la Russia resta senza Occidente, tutti si compiacciono cinicamente degli effetti avversi di tali misure sulla Nazione senza considerare realmente le implicazioni di queste scelte sull’economia dei paesi atlantici. La privazione di marchi occidentali come forma di deterrenza alle politiche intraprese da Putin, tuttavia, rischia di rivelarsi un danno più per globalisti e multinazionali che per il Blocco Orientale. Il disgregarsi di questa realtà fittizia avvantaggia coloro che in Occidente vedono chiaramente gli scenari nefasti di una globalizzazione necrotica; lascia sperare quei cittadini che vedono disatteso il sogno di libertà e auspicano l’avvento di governi che favoriscano gli interessi popolari più che quelli dei potenti. Nell’attesa di una politica che abbracci la filosofia per soddisfare gli interessi di molti, e si discosti dall’economia a giovamento delle élite.

Ma come è possibile sperare nella rinascita del pensiero critico se la società democratica resta convinta che McDonald’s e Coca Cola siano il fondamento della cultura occidentale? Così, mentre gli Stati liberaldemocratici pensano di vietare lezioni su autori russi come Tolstoj e Dostoevskij, la Russia dovrà, suo malgrado, rinunciare a bibita gassata e panino.

Quello che si prospetta è uno scontro culturale fra tradizione umanistica e sterile affarismo economico. Annegando nella dolcezza della poesia, invece, è possibile immaginare paesaggi bucolici, luoghi immaginifici, atmosfere da sogno. Sovente in essa si trova rifugio, e se risalire, in seguito, lascia sgomenti, occorre aggrapparvisi con tutte le forze, poiché la realtà che appare intorno è arida, priva di linfa vitale, avulsa da ogni manifestazione di bellezza. La poesia, come la prosa, l’arte, la musica, la danza, l’etica filosofica, la politica, costituiscono il collante dell’umanità, hanno dato vita a opere, che assurte a manifesto d’amore, hanno scaldato per secoli il cuore dei popoli. La tradizione umanistica ha formato menti pensanti e creative, e in quanto tali, libere dall’ignoranza impiegata oggi come anestetico alla vita reale, alla verità più evidente. Le nostre cetre, oggi, sono appese, ma presto torneranno a vibrare.

Virginia Chiavaroli

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