I due anni di pandemia hanno visto le nostre vite stravolte sotto ogni punto di vista. Quello che mi stupisce, anche se solo relativamente, è l’inerzia delle nuove generazioni di fronte l’oltraggio perpetrato ai diritti fondamentali dell’individuo. Diritti che evidentemente i ragazzi millenials faticano a comprenderne l’importanza, deviati da quelle armi di distrazione di massa del web e dei social.
Questi ultimi hanno consentito, tramite forti azioni di censura verso tutti coloro che sono fuori dal coro, la diffusione e l’instillazione nelle giovani e deboli menti del pensiero unico, che io chiamo, pensiero mediocre unico. Se da una parte è doverosa infatti la difesa dei diritti umani, è anche vero che la ricerca del bene comune non deve diventare la rivincita di qualche minoranza alla ricerca di visibilità e di prevaricazione (vedi le proteste ammaestrate dei BLM). Invece la locomotiva della realtà virtuale ha sradicato dalle menti dei giovani la capacità di analisi e di critica, privilegiando l’uniformarsi ad un solo pensiero, mediocre e fintamente perbenista, cancellando quelle che sono le caratteristiche tipiche delle giovani generazioni: curiosità nell’apprendere e un forte senso di ribellione.
Ne deriva che al tempo della pandemia entrare in un locale dovendo forzatamente esibire un documento con informazioni strettamente riservate rappresenta una normalità, avendo già subito (spesso inconsciamente) un vero e proprio lavaggio mentale. Lo stesso dicasi per la sfera lavorativa. Come è possibile che giovani ragazzi e ragazze in salute possano pensare di farsi ricattare per mantenere il proprio posto di lavoro. Ovviamente qualche calimero c’è, ma fin troppo educati e rispettosi. La riflessione sulle nuove generazioni si può ovviamente allargare all’intera società, i cui canoni di bellezza e di dignità si sono notevolmente abbassati, livellandosi a livelli di rassegnazione e fatalismo che strizzano l’occhio ai tanti soprusi cui si trova ad affrontare la nostra civiltà.
E arriviamo all’apice del “nuovo mondo”, ovvero il Canada. Con un discorso a dir poco ricattatorio, i massimi funzionari del governo canadese hanno ammonito i contestatori del siero, minacciando di fermare mezzi, congelare conti corrente e rintracciare ogni spostamento dei liberi cittadini monitorando le transazioni economiche.
Senza una vera e propria presa di coscienza, andremo sempre più incontro la soppressione dei diritti fondamentali dell’uomo per mano di finte democrazie. Mi piacerebbe che ogni tanto, anche a costo poi di essere antipatico, l’uomo italiano, o più in generale europeo, possa davvero aprire gli occhi. Credo, tuttavia, che sia già troppo tardi.
Alessandro Vitali