Emanuele Franz, Umiliazione. Storia della mortificazione nella mistica cristiana, dal Medioevo ai giorni nostri, Audax Editrice, Moggio Udinese 2021, pag. 413, € 25,00.
Emanuele Franz è un eminente rappresentante di quell’intellettualità estranea ai meccanismi dell’industria editoriale che, anche partendo dalla provincia, hanno risolto l’annoso problema dell’accessibilità della saggistica libera al mercato editoriale dando vita da quasi 15 anni ad una propria Casa editrice la cui denominazione, Audax (www.audaxeditrice.com ), è in effetti indicativa delle difficoltà di un mercato in cui l’assenza di distribuzione professionale obbliga l’Autore ad affidarsi alle insicure maree della rete.
Peccato per alcuni suoi titoli pubblicati in essa, che posseggono una propria originalità nell’intuizione originaria e che quindi avrebbero meritato una circolazione meno sotterranea, come questo.
Affrontare il tema del senso dell’”umiliazione” all’interno della Mistica Cristiana da una prospettiva non confessionale, ma – di fatto – storico-religiosa, e farlo senza premettere al tema i consueti caveat esorcistici di radice storicistica e/o psicanalitica è già di per sé una scelta coraggiosa e controcorrente. Di cui va dato atto all’Autore. E ciò spiega anche la presenza di una sintetica ma chiara e centrata introduzione di S.E. Mons. Andrea B. Mazzuccato, Arcivescovo della Diocesi di Udine, in cui l’Autore risiede.
È bene infatti ricordare che “umiliazione” deriva dal latino humus, “terra”, ad indicare in primo luogo il sano realismo che l’uomo della Christianitas era chiamato a coltivare, per sé e per il mondo in cui viveva; e che la necessità del “farsi humus” non deriva che dall’esercizio dell’intuizione del proprio posto nel mondo, ossia della propria vocazione; e dall’obbedienza che da questa intuizione deriva, strumento di liberazione.
Accanto ad una breve esposizione dei fondamenti scritturali della disciplina del corpo e della mente, che collocano correttamente questa pratica nell’alveo di una tradizione di pratica ascetica che affonda le proprie radici nell’Antico Testamento – e che in sede diversa potrebbe utilmente essere paragonata sia a livello antropologico che storico a consimili pratiche ascetiche proprie della tradizione indoeuropea, ad esempio Indù – la parte più ampia e migliore del saggio è la raccolta di un’ampia antologia di 50 Autori, 46 donne e 4 uomini, Santi e Beati della Chiesa Cattolica Romana, tratti dall’immenso Libro dei Santi che dall’Età di Mezzo giunge fino all’epoca contemporanea, di cui vengono citati numerosi passaggi relativi alle pratiche di mortificazione del corpo e della mente da essi praticate, alle loro motivazioni ed ai loro risultati sul piano ascetico-spirituale. Ogni breve capitolo, dedicato ad un Autore, è opportunamente corredato da sintetici riferimenti bibliografici, affatto banali e indubbiamente utili per ogni percorso di approfondimento ulteriore. In sintesi, un testo utile soprattutto ad introdursi nel mondo della mistica cristiana dalla Porta Grande della disciplina del proprio corpo e della propria psiche.
Potremmo aggiungere: un bello e salutare ceffone per troppe sensibilità contemporanee, per le quali – rammollite da troppo new age – appare del tutto ripugnante esercitare la disciplina del corpo e della mente a fini spirituali, mentre viceversa è moderno e progressivo l’impiantarsi piercing e massacrarsi di tatuaggi, manipolare chirurgicamente i propri organi sessuali per “cambiare genere”, sottoporsi a prolungate terapie ormonali, di provata sofferenza, per aver figli a 60 anni. Ovvero, per cui dare a sé stessi sofferenza nel corpo e nella mente è un bene socialmente accettato e promosso quando si tratti di venerare non Dio ma l’io.
Chiudono il volume due Appendici, la, prima sull’uso dell’assenzio nella mistica che costituisce una curiosità di indubbio interesse; la seconda, un breve ed interessante saggio di Angelo Filoramo su “Lo specchio e il Labirinto”, il cui rapporto col resto del saggio appare tuttavia francamente assai labile.
Ciò detto, è bene tuttavia segnalare come sarebbe stato forse più pratico per il lettore, soprattutto per quello meno addentro al tema, presentare i 50 Autori prescelti in un ordine più chiaro, quantomeno cronologico; così come, pur rimanendo nell’ambito del Cattolicesimo latino, forse sarebbe stato opportuno approfondire meglio la scelta di riservare la propria attenzione ad Autori per il 92% di sesso femminile e solamente l’8% di sesso maschile, con una titolazione interna che inoltre parrebbe rimandare solamente all’universo femminile; non per una inutile e modaiola “parità di genere”, ma per approfondire quali siano state, ad esempio, le specificità della mistica femminile nella pratica del dominio di sé rispetto a quelle in auge nella mistica maschile in epoca medievale e moderna, cosa che avrebbe richiesto un’analisi più ampia del vissuto personale di Santi e Beati uomini. Ma questa è solamente un’idea per escursioni future nel mondo della mistica cattolica, poiché soprattutto oggi «La maledizione degli uomini è che essi dimenticano»..
Adolfo Morganti