“A ogni modificazione del necessario segue sempre anche una modificazione della libertà. Inoltre la libertà deve sempre essere riconquistata”. Ernst Jünger.
La pandemia non è con tutta evidenza solamente una questione sanitaria, cosa che si può cogliere anche confrontando approcci di contenimento diversificati, dove le restrizioni sono state minime e non hanno prodotto le catastrofi presunte preventivamente, come in Svezia dove a tutt’oggi si contano ufficialmente meno di 15 mila morti per Covid-19.
Le scelte sono state, e sono, strettamente politiche. Ormai esiste solida conoscenza che i vaccini in uso per prevenire la Covid-19 non sono sterilizzanti, ovvero, anche se in misura minore almeno per i primi mesi, coloro i quali sono vaccinati possono essere infettati ed essere infettivi, così che eradicare il virus diviene impossibile, e inutile la vaccinazione dei minori in cui si inverte il dato favorevole del rischio/beneficio, ovvero in cui i rischi da complicanza a seguito della vaccinazione superano i benefici. Un discorso insensato quindi quello di vaccinare tutti, includendo perfino i bambini dai 5 agli 11 anni, per cui Pfizer ha chiesto recentemente l’approvazione del proprio vaccino ad EMA, pur sempre per uso emergenziale ma evidentemente per una fascia di popolazione dove l’emergenza è inesistente.
L’età media dei deceduti positivi al Sars-CoV-2 in Italia, in accordo al report dell’Istituto Superiore di Sanità del 5 Ottobre 2021, è 80 anni per gli uomini e 85 anni per le donne, equivalente all’aspettativa media di vita che è 79,7 anni per gli uomini e 84,4 anni per le donne. Dall’inizio della pandemia sotto i 40 anni sono deceduti positivi al nuovo coronavirus 399 individui. Dal 1 Febbraio al 5 Ottobre 2021 i decessi positivi al Sars-Cov-2 sono stati 38096, il 3,7% dei quali, 1440, avvenuti in vaccinati che avevano completato il ciclo, mentre sono stati 2130 i decessi di quelli che avevano ricevuto una sola dose.
Tra le varie stupidaggini che tocca sovente ascoltare o leggere, una è particolarmente perniciosa, quella che afferma che coloro che non si vaccinano non credono alla Scienza o non la capiscono. Citando Bertrand Russell, premio Nobel che non si può tacciare di scetticismo a riguardo del metodo scientifico, «è difficile sapere che cosa intendiamo per evento; e risulta generalmente che, per avere qualche cosa che si avvicini alla certezza in merito all’effetto, è necessario includere nella causa molte più circostanze di quante ne supporrebbe il senso comune non scientifico».
Nemmeno andrebbe dimenticato che una teoria scientifica ed i suoi risultati vanno posti sotto la lente della falsificabilità, ovvero che eventuali correzioni possono fare importanti differenze. Voglio addurre un esempio, un articolo pubblicato su The Lancet il 29 Luglio 2021 dal titolo “A look into the future of the COVID-19 pandemic in Europe: an expert consultation”, firmatari trentaquattro studiosi (Emil Nafis Iftekhar, Viola Priesemann, Rudi Balling, Simone Bauer, Philippe Beutels, André Calero Valdez et al.). L’articolo è lungo e prende in considerazione vari aspetti, ma quel che qui interessa è la riflessione sulle varianti del Sars-CoV-2 : «l’esistenza e l’emersione delle VOCs (variants of concern, varianti di preoccupazione) è una sfida perché possono incrementare la trasmissibilità o la severità (del patogeno), prolungare la durata dell’infezione, ridurre la durata dell’immunità acquisita dopo l’infezione, o sfuggire alla risposta immunitaria naturale o a quella indotta dai vaccini. Possono inoltre inficiare l’accuratezza dei test diagnostici, lo spettro distinguibile dei sintomi, e la gestione della terapia. Più l’infezione è presente nella popolazione umana, più alto il tasso di mutazioni. Questo può condurre alla selezione di VOCs più trasmissibili, o, in luoghi con un alto tasso d’immunità naturale o derivata dalla vaccinazione, a VOCs con mutazioni che possono eludere l’immunità. La vaccinazione modificherà inevitabilmente l’ambiente nel quale il virus circola, creando una pressione evolutiva per ulteriori mutazioni contro le quali i vaccini esistenti potrebbero essere meno efficaci». Come si può notare le ipotesi in campo non escludono più possibilità nell’adattamento del virus, e se da una parte è vero che più il Sars-CoV-2 circola più può mutare – e in questo senso alla lunga adattarsi all’ospite umano – dall’altra è vero che la vaccinazione potrebbe indurre una pressione selettiva e rendere il patogeno più problematico. E’ palese una certa dose di incertezza, che la Scienza, quella vera, non omette, tantomeno per ragioni politiche.
P.A.