Il 24 settembre 2019 è stata istruita una procedura di impeachment nei confronti del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Il procedimento, ha preso il via, su iniziativa del presidente della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi, dopo le dichiarazioni di un informatore (whistleblower) relative a pressioni esercitate sul presidente dell’Ucraina, da parte di Trump e di altri funzionari del governo USA. Lo scopo, avviare indagini sulle attività, in questo paese, dell’ex vicepresidente Usa e candidato democratico alle presidenziali del 2020 Joe Biden e del figlio Hunter. Queste azioni si configurerebbero, secondo l’accusa, quale abuso di potere per favorire gli interessi personali e politici dello stesso Trump, screditando nel contempo la figura di Biden, considerato il suo principale avversario nella corsa alla presidenza.
Nel 2014, l’amministrazione Obama stava cercando di fornire supporto diplomatico alla rivoluzione ucraina post 2014 del governo Yatsenyuk in Ucraina, e l’allora vicepresidente Joe Biden era “in prima linea” in quegli sforzi. Il figlio di Biden, Hunter Biden, si unì al consiglio di amministrazione di Burisma Holdings , una compagnia energetica ucraina, il 18 aprile 2014. Hunter, allora avvocato di Boies Schiller Flexner fu assunto per aiutare Burisma con le migliori pratiche di governo societario e una società di consulenza di cui Hunter è partner è stata anche trattenuta da Burisma. In un’intervista del dicembre 2015, Joe Biden ha affermato di non aver mai discusso del lavoro di Hunter a Burisma. Joe Biden si è recato nella capitale ucraina Kiev il 21 aprile 2014 e ha esortato il governo ucraino “a ridurre la sua dipendenza dalla Russia delle forniture di gas naturale”ed ha discusso di come gli Stati Uniti potrebbero aiutare a fornire competenze tecniche per espandere la produzione nazionale di gas naturale. Non ci sono prove che Biden abbia agito per proteggere il coinvolgimento di suo figlio con Burisma, sebbene Trump, Giuliani e i loro alleati abbiano alimentato la speculazione.
L’ “informatore”, ha denunciato che il 25 luglio 2019, nel corso di una telefonata, Trump avrebbe esercitato pressioni sul presidente ucraino Zelens’kyj al fine di avviare indagini sul figlio di Biden, Hunter, membro del consiglio di amministrazione della Burisma Holdings, società ucraina nel settore “oil and gas”. Sino ad oggi non sono state prodotte prove evidenti di alcuna condotta illecita compiuta da Hunter Biden o dal padre. Peraltro è emerso che già a partire dal maggio 2019 Amos Hochstein, ex diplomatico e membro del consiglio di sorveglianza della Naftogaz (che fa parte della Burisma Holdings), mise in allerta il National Security Council di pressioni esercitate sul presidente ucraino da parte di Rudolph Giuliani (avvocato personale di Trump) e Gordon Sondland tramite due uomini d’affari legati a Giuliani, Lev Parnas e Igor Fruman.
Le relazioni tra Giuliani e la coppia Parnas – Fruman, risalirebbero al 2018, anno in cui sono stati assunti in qualità di consulenti alla sicurezza, con un compenso di 500.000 dollari. In cambio avrebbero aiutato Giuliani a trovare in Ucraina informazioni utili a danneggiare gli avversari politici di Trump, nello specifico Robert Mueller e Joe Biden. Nello stesso tempo i due personaggi erano stipendiati da Dmytro Firtash, oligarca ucraino considerato dall’FBI legato sia alla criminalità organizzata russa che al Cremlino, nonché sotto indagine da parte delle autorità giudiziali federali americane e attualmente residente in Austria. Firtash aveva anche assunto Joseph di Genova e Victoria Toensing, due avvocati legati a Giuliani e Trump, spesso inviatati da Fox News per argomentare su teorie e accuse cospirazioniste nei confronti dell’Ucraina. I due avvocati si sarebbero inoltre incontrati con il procuratore generale William Barr ed altri funzionari del Dipartimento di Giustizia al fine di far decadere le accuse su Firtash.
Nel medesimo giorno in cui il congresso ha reso pubblica la denuncia del “whistlebrower”, la Casa Bianca ha divulgato la trascrizione delle telefonata, da cui non si evince nessun riferimento al blocco degli aiuti militari, ma si sostiene che gli Stati Uniti sono stati magnanimi verso nei confronti dell’Ucraina. Alla richiesta del presidente Zelens’kyj circa ulteriori aiuti militari, Trump avrebbe risposto in modo positivo ma solo in cambio del favore di aprire le indagini oggetto dell’accusa di impeachment. Tuttavia il 18 luglio Trump ha ordinato, tramite il capo del suo staff Mick Mulvaney, il blocco degli aiuti militari per l’Ucraina, aiuti peraltro obbligatori per il fatto di essere stati approvati dal Congresso e successivamente sbloccati l’11 settembre.
Gli esponenti del Partito Democratico hanno sostenuto che il testo della telefonata è la prova lampante delle pressioni al governo ucraino per ottenere un favore personale, ovvero danneggiare un possibile avversario (Joe Biden) alle future elezioni presidenziali del 2020. A ciò si è ulteriormente aggiunta la dichiarazione di un ex consigliere del presidente ucraino, Sehiy Leschenko, che ha definito la proposta di Trump un ricatto al governo ucraino.
Il 20 settembre 2019 Roman Truba, capo della procura generale ucraina, ha dichiarato al “The Daily Beast” che il suo ufficio non ha mai aperto un’indagine sul figlio di Joe Biden in Ucraina non essendoci motivi per aprire una tale indagine. La stessa testata ha raccolto la testimonianza di uno dei consiglieri del ministro degli interni ucraino che ha dichiarato che questo tipo di indagine può essere intrapreso solo dopo una eventuale richiesta ufficiale del governo statunitense e non con un canale non ufficiale come quello di Rudolph Giuliani.
Il 25 settembre, nello stesso giorno in cui è stato reso pubblico il testo della telefonata indagata, sia Trump che Zelens’kyj hanno tenuto una conferenza stampa congiunta presso le Nazioni Unite. In questa occasione il presidente ucraino ha ribadito che Trump non ha esercitato alcuna pressione e da parte ucraina non è stata fatta nessuna promessa.
Il 13 novembre è iniziata la fase pubblica della procedura di impeachment con l’audizione dell’ambasciatore Usa a Kiev William Taylor, e del sottosegretario al dipartimento di stato con delega all’Europa George Kent., che hanno ambedue confermato i tentativi dello stesso Trump e di Guliani di avviar indagini su Joe Biden. Lo stesso Kent ha parlato anche di un canale diplomatico non ufficiale gestito dall’avvocato giuliani e ha sottolineato che le manovre di Trump atte a screditare Biden sarebbero iniziate con la rimozione dell’ambasciatrice a Kiev Marie Yovanovitch. Nel corso del quarto giorno di audizioni, l’ambasciatore degli Stati Uniti presso l’UE, Gordon Sondland ha confermato le pressioni eserciate da Trump per aprire indagini sui due Biden. Ha inoltre affermato che Giuliani avrebbe chiesto che il presidente ucraino facesse una dichiarazione pubblica annunciando l’apertura di indagini su Joe Biden ed il figlio Hunter, oltre che sulle lezioni presidenziali del 2016 e sulla società Burisma, in cambio di aiuti militari Usaall’Ucraina: “un quid pro quo”.
L’inchiesta procede spedita anche perche i democratici, avendo la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti, hanno respinto tutte le mozioni dei repubblicani. Nel caso sia decisa la messa in accusa del presidente, si passerà alla fase successiva, l’audizione in Senato. Il voto finale in questo caso deve corrispondere ad una maggioranza dei due terzi dei senatori. Se positivo l’impeachment sarà definitivo e potrebbe sancire la fine dell’era Trump.