“Il problema della morte sempre incombe sulla mente degli animi pensosi” così scriveva Giuseppe Tucci, importantissimo tibetologo del ventesimo secolo, e di fatto Alvise (nome di fantasia) protagonista del romanzo autobiografico “La sistemazione del corpo” edito da Il Cerchio (www.ilcerchio.it) rappresenta autenticamente un animo pensoso. Problematico e sarcastico come poteva esserlo Ulrich ne “L’uomo senza qualità” di Musil, con una buona dose di autoironia che sicuramente lo ha fatto brillantemente sopravvivere in un ambiente, quello della magistratura, in cui nulla è ciò che sembra.
Alvise ha un pensiero ricorrente, quello di decidere che sistemazione dare alle Sue spoglie. Un pensiero che la maggior parte degli uomini moderni solitamente rifuggono, per timore di Sorella morte.
Il pensiero è serio, anzi il più serio che un uomo si possa porre, e Alvise lo affronta nelle varie fasi della Sua vita in maniera diversa, da giovane sicurissimo sul da farsi e poi giorno dopo giorno modificando gradualmente il Suo pensiero tramite la sua esperienza di vita e di fede. Fede inizialmente vissuta superficialmente, come solitamente la giovane età consiglia e via via sempre più profondamente.
Ben lontano dall’essere un uomo convinto di aver sempre ragione, si pone con occhi arguti e cuore di fanciullo di fronte alle avventure di un lavoro complesso come quello del magistrato (Alvise infatti è stato uno dei primi procuratori d’assalto della magistratura italiana del secondo dopoguerra) e come quello dell’uomo che giorno dopo giorno approfondisce la propria intimità, spogliandosi di pregiudizi sociali, culturali e religiosi.
La forza narrativa, elegante e mai noiosa, alterna vicende giudiziarie a meravigliose scalate in montagna, dove il protagonista riesce a ritrovare se stesso e a meditare realmente sul senso del suo agire.
Nulla di scontato, nulla di dogmatico, in Alvise tutto è un domandare.
Alla fine di questo itinerario, in cui ogni uomo non può che rispecchiare il proprio cammino di vita, resta al Lettore il sapore di un ritorno alle radici della propria natura spirituale, nelle quali anche a Sorella Morte, francescanamente, può esser rivolto un cortese cenno di benvenuto.
“La sistemazione del corpo” (autobiografia in terza persona)
Di Francesco Mario Agnoli.160 pg. CerchioEditore( www.ilcerchio.it)