Il Senatore Andrea Ostellari (Lega) è il Presidente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama. In questa intervista a Domus Europa fa un bilancio delle prime attività svolte. C’è tanto da fare, ma l’avvocato Ostellari è convinto che ci siano i presupposti per lavorare proficuamente. «Il Governo del cambiamento – dice – è vicino alla gente e gli attacchi quotidiani non ci fanno paura».
Senatore Ostellari, la riforma sulla legittima difesa prende finalmente in considerazione chi si trova nella necessità di difendere se stesso e la sua proprietà. Un lavoro intenso che sta portando i suoi frutti?
«In verità vogliamo una difesa legittima per difendere se stessi, gli altri, ed infine i beni di proprietà. La riforma intende togliere le zone d’ombra presenti nell’attuale testo che hanno costretto troppi cittadini a doversi difendere in processi lunghi e costosi. Se lo Stato non riesce a difendere i propri cittadini impedendo il verificarsi di crimini, non può poi pretendere di processare chi si è dovuto difendere da ingiuste aggressioni nelle proprie abitazioni, pertinenze o domicilio lavorativo. È una riforma di buonsenso, di giustizia e un segnale verso chi arriva qui da noi credendo di poter fare ogni cosa. Abbiamo iniziato già con le audizioni e la nostra intenzione è di giungere entro un paio di mesi già al testo definitivo».
La Commissione Giustizia, da lei presieduta, si è messa subito al lavoro dedicandosi alla legge sulle intercettazioni. A che punto siete? Quali sono le criticità?
«Se ne sta occupando il Governo ed in particolare il ninistero della Giustizia. Nel decreto mille proroghe se ne disporrà uno slittamento. Nel merito Magistrati e addetti ai lavori ne hanno criticato la tendenza al bavaglio della libera informazione giudiziaria in nome della privacy per non parlare della sua intrinseca complessità a livello operativo per via del problema concreto della realizzazione delle apposite sale di ascolto. Non escludo se ne possa riparlare in un nuovo decreto o ddl in commissione».
Ci saranno leggi partorite nella precedente legislatura sulle quali metterete mano avviando una discussione?
«Ci concentreremo di più sui temi del contratto di governo. È una questione di rispetto verso gli elettori italiani che hanno scelto cosa vogliono e noi abbiamo l’obbligo di rispondere. Se le opposizioni vorranno proporre disegni di legge su temi che condividiamo, lo potranno sicuramente fare. Non saremo esclusivi, ma inclusivi per il bene degli italiani».
Negli ultimi giorni si sta parlando molto del “Fondo periferie” con l’emendamento del Governo votato all’unanimità. Il Pd ha voluto rimediare agli errori commessi negli anni passati?
«Il Pd ha votato l’emendamento proposto, così come tutto il Senato. Francamente, sono stato stupito dalle prime critiche di sindaci proprio del Partito democratico. Evidentemente non erano stati informati dai loro vertici. In ogni caso il Governo e il Parlamento hanno rimesso ordine, secondo le indicazioni fornite da una sentenza della Corte Costituzionale. Quel bando non andava bene e oggi, peraltro, ci sono amministrazioni locali, quelle virtuose, che potranno godere delle risorse liberate».
Il “Governo del cambiamento” sta trovando il gradimento dei cittadini anche se continuamente sotto assedio da parte di alcuni media. Tanti commentatori sono critici sempre e comunque…
«Più ci attaccano e più cresciamo. Gli italiani hanno dimostrato di sapere scegliere e di saper valutare le notizie, i commenti e le fonti informative. Noi continuiamo a lavorare per loro e a parlare a loro direttamente anche attraverso i social media. Forti di un appoggio senza precedenti, continueremo a cambiare il Paese, senza paura».