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MANO FERMA E PIUMA D'OCA. L'ARTE DEGLI AMANUENSI DI SAN DANIELE DEL FRIULI. A cura di Gennaro Grimolizzi.

Intervista a Roberto Giurano, Direttore di Scriptorium Foroiuliense.

A cura di Gennaro Grimolizzi.

Fermare il tempo, considerarlo come uno dei migliori alleati, muoversi secondo i suoi ritmi che non possono essere dominati. Sembra essere questo il modo di pensare degli amanuensi di Scriptorium Foroiuliense di San Daniele del Friuli, in provincia di Udine. La Scuola Italiana Amanuensi è un luogo in cui si pratica la scrittura a mano, si diffondono le sue tecniche e si conserva un’arte tramandata nei secoli ancora visibile nelle migliaia di volumi custoditi nelle biblioteche e negli archivi di tutto il mondo. Il Direttore di Scriptorium Foroiuliense, Roberto Giurano, in questa intervista esclusiva a Domus Europa ci racconta la passione di tanti giovani che si sono avvicinati alla scrittura in carattere gotico. Gli stessi giovani che hanno omaggiato la nostra testata riportandone il nome con i tratti e le forme in voga nell’XI secolo.
Direttore Giurano, da dove nasce l’esigenza di creare una scuola per amanuensi?
Lo Scriptorium Foroiuliense – Scuola Italiana Amanuensi, nasce dalla necessità di riscoprire l’antico e quanto è stato a lungo nascosto e dimenticato da un mondo della cultura talvolta poco attento a comprendere gli aspetti più reconditi del passato. Soprattutto, in un mondo così frenetico, di ridare tempo al tempo. Successivamente la passione è diventata necessità di creare e di riprodurre tutto quanto poteva riportare in vita un antico mestiere, ancora del tutto attuale.
Il vostro impegno, in un’epoca in cui sempre meno persone scrivono, riguarda anche il coinvolgimento dei giovani e si inserisce nel sociale. Di cosa vi occupate?
I giovani sono la nostra ricchezza e il nostro futuro ed è a loro che bisogna affidare l’evoluzione culturale del passato. Il mio pensiero si racchiude in un semplice motto: “Il passato ci insegna e sta a noi farlo evolvere”. Per quanto riguarda il sociale, lo Scriptorium, sin da quando è nato porta avanti diverse attività in campo sociale, come, ad esempio, studi e corsi sperimentali per aiutare diverse persone a superare i problemi di disgrafia e dislessia. Recentemente, poi, abbiamo predisposto un protocollo d’intesa con il Consorzio Cosm (affiliato Legacoop), grazie al quale nei prossimi due anni saranno assunte trenta persone che saranno formate per trasmettere questi antichi mestieri anche a chi vive, per vari motivi, condizioni di disagio.
Quanti giovani lavorano con voi?
A oggi tra quanti si sono formati, tra i nostri banchi e quanti ne hanno fatto un mestiere, abbiamo superato le cento persone circa. Ovviamente non tutti hanno avuto la possibilità di rimanere nel nostro organico, che a oggi tra attività museali, trasferte per eventi nazionali ed internazionali, insegnamento e produzione impegna dodici persone. Prevediamo comunque un incremento del personale nei prossimi anni.

Intendete aprire altre sedi in Italia?
La continua richiesta da parte di persone interessate ci ha portato all’apertura di altre sedi, una a Roma, una a Venezia e, a breve, una a Reggio Calabria. Qui svolgeremo corsi intensivi nei fine settimana. Abbiamo anche una serie di contatti per altre aperture in importanti città italiane e straniere, ma ci muoviamo con i piedi di piombo perché vogliamo garantire un’alta qualità dell’insegnamento offerto e, quindi, dobbiamo parametrare ciò che facciamo alle nostre forze e capacità. Per tutti noi questa attività è, infatti, una grande passione, un impegno culturale e sociale, una missione e non un business.
Il patrimonio librario rischia di essere accantonato per sempre dalle nuove tecnologie? Come si conciliano i testi scritti con la digitalizzazione?
Quando si sfoglia un libro si percepisce un’emozione unica soprattutto se quel libro, come nel caso dei libri antichi o di quelli che noi realizziamo ricorrendo a tecniche antiche, è nato dal lavoro manuale, dallo sforzo e dal sacrificio dell’uomo. Noi non demonizziamo le nuove tecnologie, che, anzi, possono essere estremamente utili. Ad esempio, la digitalizzazione aiuta a preservare la memoria e l’integrità dei manoscritti. Non si può, però, nascondere il fatto che per uno studioso, come per un appassionato, una cosa è poter tenere tra le mani, con tutte le dovute cautele, un manoscritto originale, altra cosa è vederne sullo schermo di un computer una copia digitalizzata. La digitalizzazione, infatti, riproduce il manoscritto, ma ne nasconde “l’anima”. A noi sembra quasi assurdo che un ricercatore o uno studioso non debba avere la possibilità di svolgere le sue attività percependo quelle irripetibili emozioni che sono trasmesse dal tenere fra le mani un volume o un documento antico.
La Scuola Italiana Amanuensi vanta importanti collaborazioni. Chi si avvale della vostra arte?
Lo Scriptorium lavora con molti enti e istituzioni che vanno dalle più alte cariche dello Stato italiano e di Stati esteri, fino alle istituzioni e alle autorità locali. Recentemente, ad esempio, siamo stati coinvolti nella realizzazione della copertina di un disco voluto dal Vaticano. Per noi, inoltre, si sta aprendo un altro mercato legato al mondo del cinema e dei programmi televisivi di alcune fra le principali emittenti televisive nazionali. Infatti, la nostra scuola è ricercata sia per realizzare repliche di manoscritti medievali per scene cinematografiche, sia per comparire nei più svariati programmi televisivi. Infine, e non meno importanti, sono le diverse collaborazioni in atto con famosi marchi italiani ed esteri, per personalizzare e rendere unici capi di alta moda od oggetti di lusso.

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