Intervista a Marta Ottaviani, giornalista ed autrice del libro Il Reis.
Marta Ottaviani è una delle massime esperte italiane di Turchia. Proprio a questo Paese e al suo presidente, Erdogan, ha dedicato il suo ultimo libro: Il Reis (Textus Edizioni). La giornalista milanese – scrive sui quotidiani La Stampa ed Avvenire – sarà ospite della terza edizione del festival del libro “Borgo d’Autore” (www.borgodautore.com), in programma a Venosa, in provincia di Potenza, dall’8 al 10 giugno prossimi. Nella città lucana, che diede i natali al poeta latino Quinto Orazio Flacco, autori ed editori si incontreranno per ribadire un concetto molto semplice: leggere fa bene sempre. Tra le case editrici che saranno presenti a Venosa anche Il Cerchio di Rimini.
A cura di Gennaro Grimolizzi
Dottoressa Ottaviani, chi è davvero Erdogan (un baluardo dell’Islam alle porte d’Europa, un uomo forte alla guida della politica turca, il contrappeso nei nuovi equilibri euro-asiatici)?
Recep Tayyip Erdogan è sicuramente un politico molto ambizioso, pienamente intenzionato non solo a consolidare e accentrare tutto il potere entro i confini nazionali, ma a influire nelle scelte che determineranno i futuri assetti della regione mediterranea. E per fare questo sta lavorando in due modi. Il primo è sull’influenza diretta, quindi la presenza ai tavoli diplomatici più importanti, la seconda è la presa sulle popolazioni musulmane che vivono in Europa.
Questa Europa può dialogare con il Reis?
La domanda è interessante. Mi viene da dire che questa Europa deve trovare il modo di dialogare con il Reis. Ma prima di farlo deve imparare a dialogare con se stessa e possibilmente a trovare un’identità e una mission condivise. Vi è poi il problema, non trascurabile, di come relazionarsi a questo leader. Mi pare che davvero troppo spesso ci sia un atteggiamento arrendevole, mascherato da diplomazia.
Da una parte l’Europa muove i fili delle finanze comunitarie, dall’altra Erdogan maneggia un’altra “arma”: quella delle persone (immigrati in cerca di sistemazione e fortuna in Europa, popolazioni di origine musulmana, si pensi a quelle balcaniche che possono fungere da spinta a certe pretese turche). Sono scenari preoccupanti?
Il problema più grosso per come la vedo io è che Erdogan continuerà a fare pressioni anche quando l’emergenza migranti sarà passata. In Turchia ci sono centinaia di aziende straniere. Credo che la sua arma principale alla fine sia quella.
Erdogan e Putin sono i due nuovi protagonisti della politica internazionale? Stanno alterando gli equilibri della geopolitica?
Sicuramente la loro alleanza è destinata a pesare sugli equilibri esistenti. Ma nelle relazioni internazionali nulla è eterno e adesso loro hanno il problema della Siria, che va risolto in tempo breve e sul quale potrebbero sorgere dei contrasti. Quello che è certo è che si stanno servendo uno dell’altro e che in questo momento il nemico di Erdogan è rappresentato da una parte del fronte saudita e dall’Occidente.