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INTERVISTA AD ALEKSANDR DUGIN: "PUTIN HA UN DUPLICE ASPETTO: SOLARE E LUNARE". A cura di Gennaro Grimolizzi

Aleksandr Dugin

Il recente bombardamento in Siria da parte di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna ha ancora una volta messo in evidenza una contrapposizione forte: da un lato le forze occidentali ed atlantiste, dall’altro i sostenitori di una visione multipolare del mondo. Ne è convinto Aleksandr Dugin. Filosofo e politologo con un certo ascendente su Putin, Dugin è un sostenitore del concetto di “Eurasia” e del multipolarismo. L’intellettuale russo ha scritto “Putin contro Putin” (Aga Editrice) ed il prossimo mese di giugno sarà in Italia per presentare il suo ultimo libro.

Come viene commentato in Russia l’attacco alla Siria da parte di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna?

Questo attacco è considerato come una vera e propria aggressione dell’occidente egemonico e globalista anche contro la Russia. Molti lo reputano come l’atto di inizio di una guerra, che potrebbe portare alla terza guerra mondiale. L’attuale situazione non può farci pensare di vedere la Russia stare con le mani in mano. Se non ci sarà una reazione, il passo seguente sarà direttamente un attacco contro la Russia con un’aggressione nel Donbass. Emerge poi un altro aspetto.

Quale?

La contrapposizione, ormai palese, di due visioni del mondo. Da un lato il polo mondialista, con gli Stati Uniti in testa, dall’altro la sovranità della Russia. Quest’ultima aspetterà un’implosione dell’amministrazione Trump. Gli attacchi contro la Siria gli hanno messo contro tutta la base elettorale. In Europa, Macron, che si è unito alla coalizione, perderà la sua credibilità. La posizione aggressiva di Theresa May avrà conseguenze negative in Gran Bretagna. L’occidente castigherà se stesso e la Russia continuerà ad affermarsi come potenza credibile con rapporti sempre più stretti con Cina ed Iran, senza tralasciare di ristabilire buone relazioni con la Turchia. I leader europei farebbero un grave errore se non comprendessero la realtà e se non si impegnassero in un cambio di rotta.

Le armi chimiche vengono davvero prodotte nei siti presenti in Siria, oggetto dei recenti bombardamenti?

Gli attacchi con armi chimiche da parte dell’esercito regolare siriano e l’affaire Skripal in Gran Bretagna sono una false flag tale da giustificare determinate decisioni ed interventi. Per esempio, non c’era nessuna necessità da parte della Russia di agire contro Skripal in Gran Bretagna. Situazione analoga in Siria, dove Assad non aveva bisogno di utilizzare armi chimiche che non esistono. Le potenze che hanno determinato certe situazioni lo hanno fatto per preparare la guerra. Esse stesse hanno mentito, senza la benché minima prova, per mobilitare l’opinione pubblica occidentale e giustificare attacchi che non hanno neppure sortito gli effetti sperati. Penso comunque che il pericolo di una terza guerra mondiale non sia ancora da escludere del tutto. I popoli europei, che credono nella multipolarità, potranno giocare un ruolo importante per frenare certe spinte.

Come valuta la posizione dell’Italia nella crisi siriana?

L’Italia è stata bravissima. Ha assunto un atteggiamento bilanciato, realista e razionale. Non sta a favore di Putin o di Assad. Cerca di fare interessi autenticamente europei, in un momento difficile per non dire tragico.

Alcuni osservatori attribuiscono spesso alla Russia interferenze nelle elezioni che si tengono in alcuni Stati. È così?

La Russia non interviene nelle elezioni che avvengono all’estero. Osserva, come è giusto che sia, con attenzione quello che avviene in altri Paesi. Le relazioni amichevoli di Putin con Matteo Salvini e Silvio Berlusconi devono essere viste soltanto come la presenza di punti di contatto sulla visione del mondo e dell’Europa. Di Maio del M5S è definito troppo filoamericano. Il suo movimento è però visto qui in Russia con interesse per il suo carattere non conformista.

Cosa farà la Russia per avvicinarsi all’Europa? Quali strategie adotterà per non sentirsi “straniera in casa”?

L’obiettivo di Putin è quello di stabilire rapporti positivi e amichevoli con l’Europa. Ciò però sarà possibile con un grande cambiamento, anzi crollo, del sistema attuale che ruota attorno a Bruxelles. Tale sistema è troppo appiattito su interessi filoamericani. La Russia si muoverà per aiutare le forze politiche che intendono coltivare autentici interessi europei.

Cosa intende per aiuto russo?

Mi riferisco ad aiuti simbolici. Alla simpatia, al sostegno morale per questa o quella forza politica che vuole dare un contributo al cambiamento in un’ottica multipolare. Nel mondo unipolare e globale tutto avviene in virtù delle relazioni con gli Stati Uniti. In una visione del mondo multipolare, invece, si tiene conto di buone relazioni con più parti. L’Europa si dividerà nel futuro prossimo tra globalisti-atlantisti, come Macron e May, e le forze europee continentali. Gli americani vogliono guidare e controllare l’Europa, trattando come schiavi i suoi interlocutori. La Russia, dal canto suo, lotta oggi non per la vittoria del suo polo, ma per un mondo multipolare. Vuole aiutare le forze europee, non necessariamente filorusse, in maniera legittima e legale a creare un polo indipendente e davvero europeo. In un’Europa liberata dall’influenza americana si possono stabilire rapporti più armonici con la Russia.

In pratica lei auspica la realizzazione dell’«Eurasia»?

La strategia e la filosofia dell’Eurasia si fonda sulla multipolarità. L’Eurasia non è un sinonimo di Russia. Indica il concetto del “grande spazio”, come inteso da Carl Schmitt, di civilizzazione. La Russia è un Paese. L’Eurasia è l’insieme di elementi culturali che esistevano prima della Russia. Quando i russi pensano in termini di civilizzazione nella sua pluralità, con riferimento al tempo, allo spazio, all’uomo, possiamo valorizzare e riconoscere anche altre culture, nel rispetto e nella diversità. L’eurasiatismo è una filosofia contrapposta al globalismo, all’atlantismo, all’universalismo liberale occidentale della modernità e post-modernità. È una difesa del pluralismo anche antropologico in una concezione policentrica dell’uomo.  

Lei è considerato un consigliere di Putin?

Non sono un consigliere ufficiale del presidente Putin. Alcune mie tesi vengono prese in considerazione, evidentemente per il valore dei loro contenuti ed il loro ancoraggio alla nostra storia.

La cerchia stretta di Putin è composta anche da affaristi, oligarchi che hanno a cuore solo i loro interessi…

Si tratta di un grave problema. La corruzione è un grave problema di politica interna ed un punto debole del governo di Putin, che ha origini nell’epoca di Eltsin. Di questo parlo nel mio nuovo libro, «Putin contro Putin», pubblicato anche in Italia, in cui descrivo il presidente russo come una persona con due volti. Parlo del Putin “solare” e del Putin “lunare”. Il primo è euroasiatico, con una grande visione in politica estera, amato dei suoi cittadini. Il secondo è il Putin cesarista e trasformista, troppo assorbito dagli oligarchi del vecchio e nuovo corso politico. Il mio è stato uno sforzo per conoscere chi è davvero Putin. Nessuno, però, sa davvero chi è il presidente.

Dopo Putin cosa ci sarà? Il presidente non sta preparando un passaggio di testimone?

Putin non sta pensando ad una sua successione. Come detto prima, ha costruito una individualità particolare e trovare un suo continuatore è molto difficile. Medvedev, per esempio, è, a mio avviso, un continuatore del Putin lunare. Nella situazione attuale Putin è solo, a capo di tutto, al vertice della piramide. Lavrov (attuale ministro degli Esteri, ndr), non è un decisore. Come Medvedev, ricopre un ruolo. È un attore della scena politica.

A cura di Gennaro Grimolizzi

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