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SI ACCETTANO SCOMMESSE! CHI HA GASSATO I SIRIANI DI KHAN SHEIKHUN? di Blade Runner

Ricordate il povero generale statunitense di colore agitare di fronte alla platea dell’ONU una provetta contenente le bianche prove che Saddam Hussein possedeva “armi di distruzione di massa”? Giustamente di lui nessuno parla più… Lo show è finito, tutti sono stati pagati e lo spettacolo deve andare avanti, cambiano gli attori ma i format di successo si replicano impietosamente… E’ lo show-business della politica statunitense, bellezza, e tu non puoi farci niente…

Khan Sheikhun. Come tutti i commentatori del mondo anche noi giudichiamo “da fuori”. Da comodi uffici di Londra giudica a canali unificati il cosiddetto “Osservatorio siriano per i diritti umani”, l’ “ONG” cui non manca di riferirsi con ossessiva ed esclusiva compulsione ogni buon commentatore della TV pubblica italiana. A questo “Osservatorio” è stata appaltata la descrizione della verità di quanto accade in Siria, e la sua obiettività è universalmente comprovata dal fatto di essere creatura, proprietà ed a libro paga del Regno Unito: e come è ben comprensibile a ognuno, un’organizzazione privata pagata dal Regno Unito non può che essere ben informata, obbiettiva e sopra le parti.

Khan Sheikhun. Laggiù in Siria c’è ancora qualcuno capace di leggere e scrivere, e di comunicarci quel che accade? Ad esempio chi ha scelto di rimanere in mezzo al proprio popolo, come le Chiese cristiane. Sì, in effetti pare sopravvivano colà alcuni pittoreschi personaggi con buffi copricapi che quando fanno il proprio dovere, mettendo cerotti e celebrando esequie, operano nel silenzio e bene così; quando pretendono di rivolgersi agli europei chiedendo aiuto per la loro gente semplicemente affogano nella più totale censura massmediale. I Cristiani in Siria non trovano liberali illuminati e neocons de noantri che protestano per il massacro dei cristiani, e i loro presuli, che costantemente cercano di spiegare quello che sta accadendo a casa loro e perché c’è bisogno d’aiuto, sono semplicemente espulsi dalla comunicazione occidentale, mentre il timido spiraglio semi-aperto dalla stampa cattolica è troppo flebile e talvolta anche troppo poco coraggioso. Alzi la mano chi è in grado di citare il nome di due sacerdoti che hanno spiegato in TV quello che accade sul campo in Siria. Anche dalle parti di Khan Sheikhun pare sopravvivano esponenti delle Chiese locali, ma non temete: non parleranno mai, perché verrà loro impedito di parlare.

Khan Sheikhun. Come dopo le stragi di stato nell’Italia degli anni ’70, appena si diffonde la notizia dell’esplosione dei gas tutti sanno già tutto. Parte intonato ed inarrestabile il battage. Il colpevole è il regime siriano. Nessuno sa ancora cosa sia realmente accaduto, ancor oggi se ne parla da giorni e certezze non ve ne sono, ma il coro della libera informazione è concorde come nemmeno sotto Beria: il colpevole è il regime di Assad, e comunque la responsabilità è del regime di Assad. E se lo dicono cantando a cappella Tusk e la Mogherini non possiamo che assentire, grati e pensosi per il loro epocale contributo. I risultati dell’informazione a senso unico sono spesso paradossali, mentre la compattezza assordante del coro induce i più malevoli a sospettare che quando i russi dichiarano che la rappresaglia americana è stata preparata ben prima dei gas di Khan Sheikhun, quantomeno per quanto concerne la campagna stampa non abbiano tutti i torti.

Khan Sheikhun. Noi, come è noto a tutti, a differenza dei russi siamo una democrazia aperta, in cui vige la piena libertà di parola. Ed è quasi vero, a parte la constatazione, che risale a Solgenitsin, che in Occidente si può dire qualsiasi cosa proprio perché non serve a nulla. E non serve a nulla perché i media dicono altro. Tutti i nomi dell’intelligenza critica italiana, il cattolico Fulvio Scaglione, il comunista critico Diego Fusaro, il direttore di Limes Lucio Caracciolo, hanno con la propria voce ed i propri modi espresso robusti – quantomeno – dubbi sulle “responsabilità del regime siriano” nella gassazione di Khan Sheikhun. Tamquam non esset. Ho riso amaramente più volte sentendo la radio RAI intervistare tecnici e medici che facevano notare le terrificanti contraddizioni fra i filmati girati sul posto e la versione ufficiale, ed al termine delle loro interviste i commentatori riprendere la cantilena sulle “prove delle responsabilità del regime siriano”, facendo finta di ignorare quanto appena ascoltato in diretta. Altro che le “veline” del Ventennio… Quanta miseria nell’informazione pubblica! Quanto servilismo politico in una sinistra – o in quel che ne resta – ridotta a essere sorridente e meccanico megafono delle tesi della parte USA… (una parte che ovviamente fa i propri interessi) e che alta concezione del servizio pubblico che ne emerge! Chissà se il DG RAI ogni tanto conserva sentimenti, e fra essi sentimenti di vergogna… Se non altro abbiamo con gioia appreso che sullo scenario di un attacco con gas nervini i soccorritori per poter sopravvivere possono affollarsi “protetti” da tutine bianche e sbilenche mascherine da cantiere, per la gioia degli operatori che tre metri più in là filmano le terribili conseguenze dell’ “attacco del dittatore siriano Assad contro il suo stesso popolo” per i nostri telegiornali. Ma è possibile insultare l’intelligenza dell’ascoltatore fino a questo punto? Simmetricamente, fino a quando gli ascoltatori del servizio pubblico continueranno a farsi trattar da imbecilli in questa maniera? Sono forse imbecilli fino a questo punto? Il dubbio inizia francamente a serpeggiare.

Khan Sheikhun. Nel migliore dei casi tra un anno o due la verità verrà fuori, e non interesserà più a nessuno. Riposate in pace, siriani. Fate sonni tranquilli. Su di voi, per vostra fortuna, vegliano insonni la democrazia occidentale, e l’Osservatorio dei diritti umani di Londra.

Blade Runner

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