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ENDO, UNO SCRITTORE DA SCOPRIRE. Di Luisa Paglieri.

Shusaku Endo (1923-1996)

Recentemente è arrivato sul grande schermo il nuovo film di Martin Scorsese “Silenzio”, che narra la tragica vicenda delle persecuzioni anticristiane nel Giappone del 17° secolo. Le vicende, spesso atroci, di questa persecuzione, non sono molto note da noi.

Il film si basa su un libro dello scrittore giapponese Shusaku  Endo, nato nel 1923 e morto nel 1996, il quale è stato uno dei pochissimi intellettuali di spicco giapponesi che fossero anche cristiani. La vicenda narrata nel film è stata  mutuata da un romanzo, anch’esso intitolato “Il silenzio” (titolo originale “Chinmoku”), pubblicato nel 1966. (In Italia fu pubblicato prima da Coines, poi da Rusconi e recentemente da Corbaccio).

La vicenda della persecuzione dei cristiani in Giappone è altamente drammatica.

I convertiti giapponesi, spesso persone di modesta estrazione sociale, pescatori e contadini, resistettero con incredibile coraggio alle più efferate torture. Anche in quel caso, come durante altri tragici eventi l’ uomo potrebbe chiedersi: “Dov’era Dio?”

Il “silenzio” del titolo è appunto questo silenzio di Dio. Il quale, secondo Endo, non parla ma semplicemente soffre insieme all’ uomo. Niente interventi miracolosi, niente punizioni esemplari dei malvagi (accanto agli eroi non mancarono a volte deboli e traditori e anche per costoro Dio è presente e misericordioso) ma una condivisione totale della sofferenza: questo il messaggio del film e soprattutto del romanzo da cui il film è tratto.

Endo, curiosamente, ha qualche tratto biografico in comune con un romanziere artisticamente assai diverso, J.R.R. Tolkien.

Come il collega inglese si avvicinò al cattolicesimo sotto l’ influenza della madre. La donna, cattolica, dopo un doloroso divorzio, si era dedicata con fervore alla religione. Il piccolo Shusaku all’ inizio si avvicinò alla religione cattolica per compiacere la madre ma ben presto aderì personalmente a questo credo, minoritario nel suo paese (come nel caso di Tolkien).

Romanziere prolifico, vigoroso narratore, Endo è quasi sconosciuto in Italia nonostante il notevole valore dei suoi numerosi lavori, quasi tutti romanzi, che uscirono negli anni Sessanta- Ottanta. Questi libri spesso si occupavano di temi allora considerati fuori moda come appunto il rapporto tra Dio e il mondo, l’ apparente silenzio di Dio di fronte al male nella storia umana, il rapporto tra le diverse religioni (questione assai importante in Giappone dove il cristianesimo si confronta con le religioni tradizionali). L’ intellighenzia italiana, dominata dai criteri dell’ estetica marxista e gramsciana, non poteva apprezzare questo scrittore né prestargli troppa attenzione. ”Silenzio” uscì in Italia nel 1982 pubblicato da Rusconi. Come avvenne per  Tolkien, questa fu un’ altra ragione per “snobbare” lo scrittore.

Il regista Scorsese, dichiaratamente cattolico, aveva letto molto tempo fa il romanzo di Endo e pensava a questo film già alla fine degli anni Ottanta. Tuttavia, secondo lui, non é senza significato che sia riuscito a concretizzare questo progetto proprio in questi ultimi anni in cui è di nuovo di attualità la persecuzione dei cristiani  in varie parti del mondo. Scorsese ha dichiarato di non credere che la cosa sia puramente “casuale”.

Endo fu autore anche di altri romanzi come “Il samurai” del 1980, pubblicato da Rusconi nel 1983, (in cui viene affrontato il tema delle difficoltà che il cristianesimo incontra in Giappone dove la Divinità è percepita come immanente nella natura e quindi la trascendenza é un concetto difficile da accettare), “Scandalo” del 1986 (pubblicato da Rusconi nel 1989) e la raccolta di novelle “Una donna chiamata Shizu”  (pubblicata da Piemme nel 1995). Endo è anche autore di una “Vita di Gesù” (Iesu no shogai), l’ unica opera di questo tipo scritta in giapponese, pubblicata nel 1973 in Giappone e nel 1977 in Italia dalla Queriniana.

Merita un cenno la complessa vicenda del cristianesimo in Giappone: esso fu introdotto nell’ arcipelago alla fine del 16° secolo dal gesuita spagnolo san Francesco Saverio e fu accolto abbastanza favorevolmente dalle autorità e dal popolo.Ci furono parecchie conversioni sia tra i daimyo (signori feudali) che tra i mercanti e i contadini.

In seguito però, a partire dal 1614, sotto lo shogun  ( cioè reggente imperiale) Iyeyasu e il figlio di lui Hidetada, a causa dei timori di una conquista da parte della Spagna e dei contrasti tra cattolici (portoghesi e spagnoli) e protestanti (per lo più olandesi) si arrivò ad una dura persecuzione anticattolica, culminata in un vero episodio bellico: i cristiani superstiti si arroccarono nella fortezza di Hara, sotto la direzione di alcuni samurai cristiani (parecchi samurai si erano infatti convertiti) e resistettero disperatamente ad un prolungato assedio. Finirono per arrendersi e furono quasi tutti sterminati.

Tuttavia il cristianesimo non scomparve del tutto ma continuò ad essere praticato in segreto da pochi fedeli (soprattutto nella regione di Nagasaki) fino alla seconda metà dell’ Ottocento. Fu un vero cristianesimo “delle catacombe” a volte privo di clero e quindi di sacramenti. Nella seconda metà dell’ Ottocento, con il progredire della legislazione, i cattolici non furono più colpiti dalla pena di morte, ma solo soggetti ad alcuni provvedimenti restrittivi come il confino in certe aree del paese. Verso la fine dell’ Ottocento anche questi furono aboliti e il culto cattolico tornò ad essere pienamente legale.

Ciononostante il cattolicesimo non ha mai avuto grandi numeri in questo paese. (Attualmente si parla dell ‘ 1% o poco più e altrettanto si può dire per il protestantesimo benchè certe stime arrivino al 2 o 3 %). Per questo il grande successo di pubblico di Endo è piuttosto singolare.

Va segnalato tuttavia il fatto che nel secondo dopoguerra in Giappone non pochi uomini politici di rilievo erano cristiani. Merita di essere ricordato anche un medico e scrittore di Nagasaki, il cattolico Nagai Takashi (1908-1951) che si prodigò mirabilmente, incurante della salvezza personale, per i suoi concittadini colpiti dalle ustioni e dalle radiazioni dopo l’ esplosione atomica e scrisse poi alcuni libri su quei tragici avvenimenti. Morì per le conseguenze delle radiazioni egli stesso, ma i suoi libri ebbero un’ enorme presa sui lettori. Anche in questo caso, un libro scritto da uno scrittore cattolico fu letto da un pubblico vastissimo e non solo dalla minoranza dei lettori cristiani.

Per concludere, ricordiamo la figura di Takayama Ukon (1552-1615), samurai giapponese da poco proclamato beato dal Papa. Convertito dai Gesuiti e in particolare dalla predicazione di  Francesco Saverio, il nobile giapponese, che era un uomo importante e potente, protesse con tutti i mezzi i missionari. In seguito, durante la persecuzione, vedendo che tutto era perduto, organizzò un esodo dei cattolici giapponesi verso le vicine Filippine, portandoli così in salvo. Ma a causa  delle torture e dei maltrattamenti subiti prima della partenza, non visse a lungo dopo l’ arrivo nelle Filippine dove si spense. Il Papa lo ha proclamato martire e beatificato.La cerimonia di beatificazione ha avuto luogo a Osaka il 7 febbraio, suscitando entusiasmo tra i cattolici giapponesi. E’ probabile anche la santificazione tra breve tempo.

A Takayama Ukon è stato dedicato un film-documentario dal titolo “Ukon il samurai-la via della spada, la via della croce” per la regia di Lia G. Beltrami

Luisa Paglieri

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