Quoniam Tu illuminas lucernam meam,Domine;. Deus meus, illumina tenebras meas
Poiché Tu dai luce alla mia lampada, Signore;Dio mio, rischiara le mie tenebre, Salmo 17 (18), v. 29
Se sperimenti la fortunata evenienza di un contatto con la vita in un momento di sviluppo, nel crescere di una vita, nel boccio di un fiore, nei colori del giorno e della notte, nell’immagine che si squaderna, nella parola e nella sua modulazione, nel gesto e nella sua potenza, nella sequenza onirica e pragmatica di un’esecuzione musicale, coglierai inevitabilmente la gioia e la fatica di una pulsante urgenza e la maturità di un’intenzione, l’illuminazione del pensiero e il dramma di uno sguardo, di una Persona e dell’ansia d’amore che la permea.
Se vedi o nella mente ti riapppare la persona che quel libro ha scritto, se odi chi ti suona accanto, se assisti al lavoro nel suo farsi, se ricordi quel momento antico, quel ricordo impresso nel tuo essere come una cicatrice, se assapori il silenzio senza tema, la Luce allora ti riverbera negli occhi, né più senti nostalgia alcuna: la tua speme di Bellezza è appagata per sempre e puoi infinitamente rivivere ogni istante impalpalbile, come senza consistenza, come micro-onda di Creatività che in ogni particella dell’ambiente e della persona si riproduce irripetibilmente e ti colma di sé felicemente.
Paolo Zanna