Dal 6 al 9 ottobre u.s., si è svolto a Vienna il Congresso celebrativo dei 90 anni del Movimento Paneuropeo Internazionale, organizzato da Paneuropa-Austria, presieduta da S.A.I.R, l’Arciduca Carlo d’Asburgo-Lorena. A margine del Congresso, S.A.I.R. ha gentilmente rilasciato l’intervista che segue.
A cura di Luigi Pedrone
Ringrazio Vostra Altezza Imperiale e Reale per l’attenzione che ha voluto concedermi. Siamo a Vienna per il Congresso celebrativo del 90° anniversario del Movimento Paneuropeo Internazionale. Nel 1926 nasceva quindi un Movimento che aveva lo scopo di portare i popoli d’Europa al pacifico confronto, al reciproco rispetto, instaurando quel principio di sussidiarietà che sarebbe poi stato assunto come uno dei principi fondativi dell’Unione Europea. Novant’anni fa l’Europa versava in una profonda crisi post-bellica, che sarebbe poi sfociata nel secondo conflitto mondiale; oggi l’Unione Europea sta attraversando un momento difficile. Qual è il contributo di Paneuropa per il superamento della crisi in atto ?
“Ritengo che Paneuropa si possa definire come una Associazione in prima linea, un Movimento che ha sempre lavorato in anticipo sui partiti politici. Infatti abbiamo sempre ritenuto importante non pensare solo alla struttura organizzativa dell’ Unione, ma anche ai valori devono stare alla base di essa. Negli ultimi 90 anni, a partire dal primo Congresso, posso affermare che Paneuropa ha svolto un ottimo lavoro promuovendo l’allargamento pacifico dell’Europa, un’Europa come luogo di pace e di sicurezza. Il fatto che abbiamo un sistema di valori cristiano non ha impedito all’Unione di richiamarsi alla tolleranza religiosa; allo stesso tempo però non possiamo negare che sono gli stessi valori cristiani alla base dell’Europa.
“Nei momenti di crisi ritengo sia necessario ritornare ai valori fondanti e la crisi che stiamo vivendo è il tipico esempio di un contesto nel quale il movimento deve porsi come avanguardia nell’indicare dove sono i problemi. Pensiamo ad esempio alle Istituzione UE: il Consiglio rischia di ricadere in logiche nazionaliste che sono fuori dal tempo invece di rafforzare l’idea stessa di Unione.
“Paneuropa però è impegnata anche nel difendere il valore della famiglia: oggigiorno l’idea stessa di famiglia rischia di venire distrutta e Paneuropa deve essere in prima linea anticipando anche i partiti politici. È proprio questa idea di essere avanguardie che ritengo debba essere alla base dell’azione del movimento.”
E’ noto l’impegno di Vostra Altezza Imperiale nel proseguire l’opera intrapresa da S.A.I.R. l’Arciduca Otto d’Asburgo- Lorena, Vostro padre, per l’affermazione di una nuova Europa, costruita sui valori della sua millenaria civiltà, alimentata dai principi della spiritualità e della cultura cristiane. Si è detto che l’Europa sta attraversando una crisi strutturale accompagnata da una crisi di valori; ritiene Vostra Altezza che la profondità di questa crisi, che potrebbe portare ad un punto di non ritorno, possa alla fine suscitare una presa di coscienza nella comunità dei popoli d’Europa e la ri-valorizzazione dei principi che avevano ispirato i padri fondatori ?
“Mio padre da quando viveva negli USA dopo la seconda guerra mondiale, era solito sottolineare come notasse, tutte le volte che tornava in Europa, che tutti i paesi erano costruiti attorno ad un luogo di culto, ad una chiesa nello specifico. Negli Stati Uniti la situazione era diversa: i paesi erano sorti attorno ad una banca, ad una prigione o comunque un edificio che esprimeva l’idea di Stato.
“Questa è proprio la differenza tra l’Europa e qualsiasi altro continente.
“Ora però se proviamo a pensare all’Europa fra 10 anni non possiamo negare che essa sarà profondamente diversa da come lo conosciamo oggi, pensiamo alla crisi economica, al fenomeno delle migrazioni e all’ allargamento ad Est. Sarebbe irrealistico pensare che tale processo si possa fermare: personalmente non penso a questo mutamento come un punto di non ritorno, piuttosto un continuo cambiamento all’interno del quale lo Spirito europeo è ancora vivo e rende la stessa Europa speciale ed unica.
“In Europa non abbiamo una società monoculturale e monolinguistica, allo stesso tempo però non possiamo parlare di società multiculturale. In Europa infatti abbiamo culture, lingue e religioni diverse che convivono l’una accanto all’altra all’interno di un progetto pacifico. È proprio questa idea che dobbiamo difendere con tenacia: se pensiamo ad esempio alla crisi Ucraina dobbiamo evitare che la Russia imponga ai propri vicini un sistema di valori che gli stessi ucraini rifiutano, opponendoci senza paura a qualsiasi forma di occupazione.
“I prossimi mesi inoltre saranno particolarmente delicati: in Europa e USA mancano leadership capaci di collaborare e reagire alle crisi e il nuovo presidente americano scelto a novembre non prenderà il pieno controllo fino a gennaio. Questa situazione sarà particolarmente problematica per l’Europa. Dovremo essere quindi pronti ad affrontare qualsiasi crisi cercando di garantire uno sviluppo e rafforzamento dell’Europa pacifico e lontano da ogni riferimento a guerre ed armi.”
Il prossimo 21 novembre, ricorre il Centenario della morte dell’ Imperatore Francesco Giuseppe e dell’ascesa al Trono del Beato Imperatore Carlo I, Vostro nonno. L’Imperatore Carlo assunse la Dignità Imperiale nel corso di un conflitto mondiale e divenne la guida di un Impero erede spirituale che del Sacro Romano Impero. Quale concezione del potere aveva l’Imperatore Carlo I e come lo esercitò ?
“Francesco Giuseppe era una persona estremamente dominante con una propria visione politica, il suo successore, Francesco Ferdinando (l’Arciduca ereditario assassinato a Sarajevo, a cui successe, quale erede al trono, l’Arciduca Carlo-n.d.r.), aveva propri consiglieri e proprie idee, diverse da quelle di Francesco Giuseppe. Entrambi erano consci delle differenze ma a Francesco Giuseppe andava bene cosi. L’Imperatore sapeva che il suo successore avrebbe apportato dei cambiamenti radicali nella gestione della Cosa Pubblica dopo la sua morte.
“Francesco Ferdinando, a differenza di Carlo, si era preparato alla successione. Quando toccò a Carlo succedere, ciò avvenne in tempo di guerra e rese il tutto più difficile. Non essendo il nuovo Imperatore preparato nel dettaglio alla successione, il processo riformatore, ipotizzato da Francesco Ferdinando, subì un inevitabile arresto a causa anche dal crescente potere in mano ai comandanti militari. A quel punto Carlo decise di richiamare la propria politica ai propri principi morali.
“Facciamo un esempio: sebbene a quel tempo fosse permesso l’utilizzo dei gas in combattimento e sebbene l’alleato tedesco fosse solito usarli, l’Imperatore ne proibì l’impiego perché ciò era contrario ai suoi valori. Possiamo perciò dire che la politica di Carlo si fondava sulla legge dello Stato e sulla legge morale. Come detto, quando Carlo salì al potere la prima guerra mondiale era già cominciata e iniziò a regnare proprio nel momento in cui Germania e Austria-Ungheria dominavano tutti i fronti del conflitto. Ciò nonostante, l’Imperatore intuì che anche a causa dell’intervento americano, si sarebbero potuti vincere tutti i fronti, ma era impossibile vincere la guerra.
“Egli cercò quindi di convincere i politici e i generali della necessità di interrompere il conflitto il prima possibile ma non fu capace di resistere alle forti pressioni tedesche e di rompere l’alleanza con la Germania. Egli era pienamente convinto e consapevole che per il bene del suo popolo la guerra andava terminata.”
Con la pace, l’Imperatore Carlo I avrebbe intrapreso una riforma dell’Impero sovrannazionale e multietnico, accentuandone le peculiarità di “ Impero di popoli”. Possiamo quindi annoverare l’Imperatore tra i precursori di un’Europa fondata sull’unione e la solidarietà dei popoli che la compongono ?
“Ritengo che uno dei principi di riferimento fu la sussidiarietà: per lui l’aspetto più importante era la necessità che il processo decisionale e amministrativo fosse il più vicino possibile al cittadino. Possiamo dire che la sussidiarietà fu la linea guida della sua idea di Impero e pratica politica, assieme ad un’idea di un ordine sovranazionale. Sono sicuro che Carlo fosse pienamente cosciente delle difficoltà di concretizzazione del suo progetto. L’Impero era infatti diviso in due parti: quella orientale sotto l’influenza ungherese e quella occidentale sotto l’influenza tedesca. Difficile, per gli altri popoli dell’Impero accettare la divisone in due sole sfere nazionali, fatto del quale era stato consapevole anche l’Arciduca Francesco Ferdinando. Su questa visone politica l’Imperatore Carlo ha concordato e ha innestato il principio di sussidiarietà, principio che, per l’Imperatore, era prima morale, e poi politico.”
Rinnovo, a nome mio e della redazione di Domus Europa, a Vostra Altezza Imperiale il ringraziamento per la cortese attenzione riservataci.