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LO SPETTRO DEL GENOCIDIO IN NAGORNO KARABAKH, UN’ATROCITÀ DI CUI POTREMMO RITROVARCI COMPLICI. Di Andrea Leandro Giumetti.

Spesso mi ritrovo a ragionare su quanto la nostra percezione del mondo sia inconsciamente alterata dai nostri modelli culturali, tali per cui tutti tendiamo a dimenticare che le più atroci e spaventose dimostrazioni di ferocia umana non sono avvenute in breve tempo, in piena luce e con modalità improvvise e traumatiche, ma bensì come processi graduali, avvolti in silenzio e omertà, e sopratutto gradualmente. L’epurazione dei Kulaki in URSS, l’Olocausto nel III Reich, le marce della morte degli armeni nell’impero Ottomano, e praticamente ogni altra operazione sistematica e programmata di sterminio degli ultimi due secoli, hanno in comune l’essere avvenute dopo mesi di arresti isolati, processi e sentenze ripetute ossessivamente sui mezzi stampa interni e proclami politici che sempre più li identificavano le vittime come “nemici del popolo/razza”, e sopratutto l’aver goduto di sostanziale omertà da parte degli altri governi mondiali. Certo ci sono delle differenze, ma il copione sostanzialmente è sempre lo stesso: si procede per gradi per vedere fino a dove ci si può spingere, e solo quando si è sicuri di “avere le spalle coperte”comincia il vero massacro.

Questo sta succedendo di nuovo, proprio sotto i nostri occhi, nella Repubblica del Nagorno-Karabakh, per mano del governo azero. E mentre le vite di 120.000 persone sono a rischio, in Italia la cosa è ignorata dalla maggior parte della popolazione, complice una cortina di omertà alzata dai media e dal governo, mentre i “professionisti” che magari anche saprebbero, si fanno una risata e un’alzata di spalle, commentando che tutto sommato il problema sta nei confini, che Aliev vuole solo legittimamente reclamare una striscia di terra, un corridoio di passaggio per il confine con la Turchia. I problemi sono altri, come le rivolte in Iran… rivolte che stranamente sono scoppiate pochi giorni dopo che l’Iran aveva detto chiaro e tondo a Turchia e Azerbaijan che non sarebbero state tollerate modifiche al confine.

Ma perché si teme che in Nagorno Karabakh si stia per perpetrare un genocidio? Il motivo è molto semplice, e sta nel fatto che il territorio della Repubblica è attualmente sotto assedio, con i trasporti a terra di persone e merci in entrata e in uscita, che dalla mattina del 12 Dicembre 2022 sono stati bloccati al confine da parte delle autorità azere. Nel momento in cui scrivo questo articolo, è il 14 Gennaio 2023, e il blocco continua ancora: in Nagorno, dove si è registrato un inverno durissimo, sono finiti i medicinali, i supermercati sono vuoti, e il cibo sta scarseggiando. Che questo assedio non sia semplicemente una mossa politica tesa ad aprire una negoziazione, ma che abbia una matrice apertamente ostile e xenofoba, è evidente nelle modalità con cui il governo azero si è mosso nell’attuarlo: per i primi due giorni le autostrade di collegamento vicino al confine sono infatti state occupate, nella versione ufficiale fornita dall’Azerbaijan, da manifestanti appartenenti ad associazioni ambientaliste e politiche non riconducibili alle autorità.

Vale la pena far notare che questi “attivisti per il clima” hanno curiosamente preferito allestire le loro manifestazioni in prossimità dei checkpoint presidiati dai Pacekeeper russi, e che in almeno un caso documentato attraverso delle fotografie, il segno di riconoscimento della loro protesta ambientalista era la “testa di lupo”, il saluto del gruppo suprematista panturanico dei “lupi grigi”. Passate 24 ore dal “blocco ambientalista”, momento in cui era chiaro che questo atto non avrebbe suscitato una reazione internazionale decisa e coesa, un nuovo guasto nelle condutture ha portato le autorità azere a chiudere, “come misura precauzionale” i gasdotti che rifornivano anche il Nagorno-Karabakh. Probabilmente per considerazioni di sicurezza energetica dell’intera area, la chiusura del gas ha suscitato una risposta internazionale portata avanti per canali governativi e riservati, e il 16 Dicembre, dopo 48 ore senza riscaldamento e metano per le cucine, il gas è stato riaperto. Nulla invece è stato fatto per alleviare il blocco dei trasporti: dopo 10 giorni i mercati di prodotti agricoli avevano esaurito le forniture di prodotti freschi, e a partire dal nuovo anno, anche i supermercati hanno esaurito le scorte di cibi conservati.

Nel frattempo, il governo azero ha rivendicato la paternità del blocco, ufficialmente una misura per forzare gli abitanti armeni del Nagorno a sottomettersi e accettare la cittadinanza azera, oppure andarsene, ma in realtà la mancanza dell’apertura di trattative per corridoi umanitari lascia intendere che la seconda opzione sia più che altro un’inclusione formale. Mentre alcuni paesi europei, come il Lussemburgo, si dichiarano (14 Gennaio) pronti a fare la loro parte in caso di una missione umanitaria europea, tutto tace da parte dei principali governi nazionali e da parte delle istituzioni comunitarie, che sono in effetti alle prese con la pressante necessità di avviare una massiccia campagna di produzione di armi dopo l’invio degli aiuti all’Ucraina, e se appoggiare o meno la decisione di includere nella lista delle organizzazioni terroristiche parti dell’esercito regolare iraniano. Mentre i nostri media occidentali pontificano, offuscano e ripetono col megafono, dal 12 Gennaio, a 30 giorni esatti dall’inizio dell’assedio, il governo azero ha cominciato a disturbare le comunicazioni internet nel Nagorno Karabakh. In questa ora buia, i nostri pensieri e le nostre preghiere sono dalla parte di quel popolo di caparbi montanari, che non chiedeva altro che il rispetto del diritto all’autodeterminazione, ma che suo malgrado si è trovato al centro di uno dei più importanti scacchieri geopolitici del momento, e che in virtù di considerazioni insulse come la volontà di potenza contrapposta tra due imperi traballanti, rischia una catastrofe umanitaria come il nostro millennio non ne ha ancora viste, mentre i nostri rappresentanti stringono la mano ai ricchi carnefici.Andrea Leandro Giumetti

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