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IL CORRIDOIO STRATEGICO DEL SUWALKI. I 120 KM CHE CI SEPARANO DALL’APOCALISSE. Di Davide Fini.

Nel conflitto odierno scoppiato in Ucraina, la Polonia con i suoi 38 milioni di abitanti rappresenta il paese più popoloso dell’Europa Orientale e si candida a ricoprire il ruolo di alfiere principale della NATO in ottica antirussa; lo ha evidenziato anche l’ambasciatore statunitense in Polonia Mark Brzezinski con l’annuncio dell’incremento delle milizie USA nella regione, infatti oltre le truppe statunitensi già stanziate, circa 5000, dall’inizio Febbraio sono state aggiunte altre 3000 unità di rinforzo e Giovedì 3 Marzo sono attese altre 7000 unità in Europa, di cui buona parte sarà diretta verso Varsavia superando i 10000 soldati circa. A questi si aggiungono le diverse rappresentanze militari provenienti dagli altri alleati della NATO ed ovviamente l’esercito polacco. Le truppe in campo in Polonia si dividono a protezione delle due zone strategiche principali per la NATO: a Nord nel corridoio del Suwalki ed a Sud (nella base di Rzeszów) lungo il confine con l’Ucraina, entrambe coordinate dal quartier generale di Poznan, che si trova nella zona occidentale del Paese.

Il corridoio del Suwalki è il varco strategico più importante di tutta la Cortina di Ferro Orientale, ovvero quello che permette di unire le Repubbliche Baltiche all’Europa, ma soprattutto quello che separa Kaliningrad, la roccaforte russa in Europa, dalla Bielorussia.

Nel caso di un’avanzata russa verso l’Europa, il primo passo dell’invasione avverrà proprio lungo questo corridoio che isolerà de facto le tre Repubbliche baltiche dal supporto militare via terra della NATO. Questo attacco causerà molto probabilmente l’inizio della Terza Guerra Mondiale e forse anche l’inizio dell’Apocalisse Nucleare. Le tre repubbliche baltiche e la Polonia sono terrorizzate dall’essere i prossimi bersagli dello “Tzar” Putin spinto dal ricalcare sulla cartina i confini dell’impero zarista ed hanno richiesto l’attivazione dell’articolo 4 del Trattato Nord Atlantico che prevede “consultazioni di emergenza se un membro è minacciato”; l’Articolo 4 non esplicita però quale siano i caratteri che delimitano il concetto di “minaccia”, ovvero, in termini più chiari, se ad esempio un attacco cibernetico possa essere considerato effettivamente come una violazione dell’integrità territoriale e dunque un possibile casus belli in grado di innescare innescare l’Articolo 5, trascinando gli Stati Uniti nella Terza Guerra Mondiale. Per questi motivi Washington ha frenato per il momento su questa richiesta degli ex satelliti sovietici ed ha concentrato le forze a protezione di questa area strategica.

Il Corridoio del Suwalki è lungo circa 120 chilometri ed è il vero tallone d’Achille della NATO nel conflitto, qui opera il Battle Group Poland (BGPOL) battaglione multinazionale della NATO composto da soldati scozzesi, romeni, croati e dalla 15esima Brigata Meccanizzata polacca insieme al Secondo Squadrone del 278esimo reggimento di cavalleria corazzata della Guardia Nazionale del Tennessee. Il centro delle operazioni di pattugliamento risiede nella base militare di Orzysz che si trova a 100 km dal corridoio ed a 60 Km dal confine con l’Oblast di Kaliningrad. Al momento sono in atto diverse operazioni di pattugliamento lungo i 120km del Suwalki, ma anche lungo i quasi 300 km che separano la Polonia da Kaliningrad; un operazione di immane difficoltà per i soldati presenti nella zona che si trovano in carenza di uomini e di mezzi a disposizione per la missione. Tali difficoltà vengono evidenziate anche dal tentativo di inglobare la popolazione civile attraverso l’uso dei Quad, mezzi versatili che riescono a muoversi agilmente nelle foreste lungo il confine. Sembra impossibile con i mezzi attuali garantire una copertura totale dei 430 km che ci separano dalla Terza Guerra Mondiale, per questo il ministro della difesa Statunitense Lloyd Austin ha annunciato la conclusione di una vendita da 6 miliardi di dollari di armamenti, che includono anche i carri armati Abrams 250 M1, innalzando la Polonia a prima potenza per spesa militare nell’Europa Orientale. Tuttavia queste soluzioni non impattano in maniera rilevante nell’immediata situazione di emergenza, servono infatti risposte attuabili in poche ore, perché nella condizione di Guerra in corso bisogna monitorare ogni minimo movimento nella zona. Ricordiamo che nella situazione attuale anche un imprevisto, un errore o un singolo gesto folle di un individuo avrebbe delle ripercussioni sulle sorti di tutta l’umanità, infatti nel caso in cui si presentasse un avvenimento improvviso in questa regione, i pochi soldati sul posto avrebbero a disposizione una manciata di minuti per verificare l’avvenimento e comunicarlo alla catena di comando superiore che termina con il pulsante rosso dell’attivazione dei sitemi nucleari. Paradossalmente basterebbe un singolo kamikaze con una pistola o con una macchina che si andasse a schiantare contro il confine per mettere a rischio l’intera umanità. La Russia schiera nel conflitto circa 200 mila uomini, un numero decisamente più alto dell’armata della NATO in campo e se anche la Bielorussia dovesse entrare attivamente nel conflitto al fianco della Russia, il numero salirebbe a quasi 300 mila soldati. Un incremento massiccio delle truppe lungo questo corridoio diviene dunque fondamentale sia per il controllo ma anche come deterrente contro la Russia, che osservando l’impegno di massa nella regione potrebbe eliminare definitivamente dai suoi piani militari quello di allargare il conflitto verso il Nord e verso le Repubbliche Baltiche.

Per le forze in campo al momento risulta quasi impossibile controllare tutte le minacce possibili, dunque per la sopravvivenza collettiva diviene fondamentale mobilitare, già nelle prossime ore, tutte le forze disponibili per incrementare il numero di soldati ed osservatori lungo il confine della NATO con Kaliningrad e lungo il corridoio del Suwalki, quello stretto lembo di terra in grado di salvarci dall’ Apocalisse Nucleare.

Davide Fini

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One thought on “IL CORRIDOIO STRATEGICO DEL SUWALKI. I 120 KM CHE CI SEPARANO DALL’APOCALISSE. Di Davide Fini.

  1. Grazie Davide per illuminarci, i nostri media continuano a concentrarsi su notizie da giornaletti scandalistici o strappalacrime ma le notizie veramente importanti vengono abilmente nascoste per evitare la presa di coscienza della gente.

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