Sotto il Velame saggio di un’interpretazione generale del poema sacro. La Divina Commedia.

“Sotto il Velame saggio di un’interpretazione generale del poema sacro. La Divina Commedia.”
di Vera Mazzotti

Mi unisco al disappunto dell’editore per il fatto che questo libro, Saggio di un interpretazione generale del poema sacro, la Divina Commedia, di Giovanni Pascoli, dal 1900 sia uscito solo ora. Molte delle intuizioni che questo geniale e appassionato poeta e professore ha avuto sul poema dantesco, grazie a Dio, sono andate avanti con altri autori che hanno seguito le sue orme oppure hanno tratto simili conclusioni studiando il medesimo testo.
Ma la meraviglia di questo testo, di non facile lettura, è che il Pascoli ha l’esplicito desiderio di fare emergere il senso della Commedia al di là delle interpretazioni vulgate ai suoi tempi, Croce e Sapegno, e che purtroppo hanno fatto scuola fino adesso. Egli vuole rendere evidente la struttura teologica del pensiero dantesco e lo fa con una tale fedeltà che sembra prestare al sommo poeta le parole che lui stesso, per metrica, avrebbe omesso. Questo saggio pare insomma la prova provata della fede di Pascoli, oltre che di Dante. Egli fa l’esercizio inverso ai professoroni di ieri e di oggi: invece che piegare la realtà alla propria visione, cerca di entrare nella visione di un uomo profondamente cristiano del 1300 e ad attingere alle sue fonti, Sacra Scrittura, padri della Chiesa e Summa Teologica di S. Tommaso, citando i passi che, di volta in volta, giustificano le scelte di Dante e le motivano. Egli non si accontenta di dare una propria interpretazione: va, come il sommo poeta, per cerchi concentrici, in modo da affrontare il singolo problema da tutti i lati. Si pone di fronte alle possibili obiezioni, evidentemente reali, incontrate nel confronto sul tema con alunni e colleghi, con la pazienza di chi desidera illuminare i lati oscuri e sciogliere i nodi dell’ingranaggio, complesso, ma funzionante.
Divide la sua analisi per temi, e adotta il sistema della lectio divina facendo rimbalzare un’immagine, una parola, in tutte le tre cantiche. I temi non sono in ordine di comparizione, ma uno segue l’altro per naturale conseguenza. Si va dal nodo principale, la selva oscura, per sciogliere quelli successivi: la soluzione delle conseguenze però porta luce anche al primo problema. Questo modo di procedere, impreziosito da ritornelli che mantengono alta la tensione, fa di questo saggio un’opera poetica: esprime la cifra poetica di Pascoli. Il grande poeta romagnolo era infatti stimato tale anche dal suo più famoso avversario: Gabriele D’Annunzio. Anche questi riconosceva che tra i due il più grande era il Pascoli. A prescindere dalle proprie credenze, dalle scelte di vita e dalle sue fragilità, si vede l’onestà intellettuale di questo poeta: egli si fa scrupolo di non far dire all’amato Dante niente che non avrebbe egli stesso inteso. E lo fa per amore della gioventù: desidera che i giovani comprendano il sacro poema, e qui si vede la sua cattolicità: ne stima profondamente i contenuti, che attribuisce al suo impianto teologico.
L’editore ci rilancia una sfida di più di un secolo fa: chi la vuole prendere si accorgerà di come sotto il velame si cela la Verità!
Vera Mazzotti

Autore Pascoli G.; Morganti A. (a.c.);

pag. 354 – Euro 32.00