Carissima Darija Alexandrovna Dugina. Noi non ci siamo mai conosciuti di persona, ma in qualche misura io ti conoscevo, perché seguivo attentamente le tue attività e leggevo i tuoi scritti, sia come giornalista che come studiosa di geopolitica. Avrei molto voluto conoscerti ed instaurare un dialogo con te: devo confessarti che molto spesso preferivo i tuoi lavori rispetto a quelli di tuo padre, che invece ho avuto occasione di conoscere…divario generazionale? Forse, chissà… Già, perché avevamo in effetti la stessa età, 30 anni compiuti, quando la tua vita è finita in un modo atroce e surreale. In una Mosca dove avvengono spessissimo incidenti stradali, la tua auto è esplosa. Forse non hai mai avuto modo di saperlo, ma noi in Italia abbiamo un rapporto particolare con le auto che esplodono, perché proprio negli anni in cui siamo nati noi, erano il modo preferito che adoperava la mafia per eliminare quelli che vi si opponevano. Può darsi che sia proprio questo il motivo per cui la tua morte mi ha colpito così tanto, oppure è l’immaginare, da uomo, come si debba sentire tuo padre Alexandr, che avrebbe dovuto essere in macchina con te, ma che aveva all’ultimo momento scelto un’altra vettura, e ti ha vista esplodere in un mostruoso rogo incendiario. Come si può andare avanti dopo una cosa così terribile? Come si può vivere al pensiero che per un capriccio del fato, si è sopravvissuti mentre la propria adorata figlia non c’è più? Ti confesso, che il solo pensarci mi stringe il cuore.
Come molti altri amici, abbiamo appreso della notizia poco dopo che il fatto era accaduto, nel cuore della notte. Dapprima era su una singola fonte, e da bravi fautori del metodo scientifico abbiamo aspettato prima di saltare alle conclusioni, ma poi, con la più orribile delle inesorabilità, altre fonti hanno riportato la notizia. Siamo tutti sconvolti per la tua perdita, tanto più che il nostro dolore fa da specchio ai roboanti titoli in inglese e agli articoletti che i “professionisti dell’informazione” stanno sfornando senza fine preparandosi a spolpare il tuo cadavere come una massa di avvoltoi. Ormai l’occidente è questo, un’orda di cannibali con la bava alla bocca.
Ti prometto questo, cara Darija. Non lasceremo che possano dimenticarti. Non lasceremo che possano ignorare la tua memoria. Non lasceremo che il fango che stanno preparando macchi i tuoi meriti e il ricordo luminoso che tutti quelli che ti hanno conosciuta hanno di te. Con la nostra fredda rabbia e la nostra superiore e dignitosa compostezza, saremo il picchetto d’onore alla tua memoria.
Perché la donna il cui nome viene ripetuto, vive per sempre.
Tuo.
Andrea Leandro Giumetti.
2 thoughts on “UN FIORE DI CARTA TUA MEMORIA. LETTERA POSTUMA A DARIJA DUGINA. Di Andrea Giumetti”
Grazie Andrea hai fatto onore ad un Martire della resistenza !
PER SEMPRE NEI NOSTRI CUORI