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L’ORA DELLA SCELTA. Di Fabrizio Fratus.

La vita comporta scelte e ogni giorno noi tutti ne facciamo di diverse senza spesso renderci conto che dalle scelte vi saranno delle conseguenze. In un recente saggio di Emanuele Franz, interessante intellettuale spesso protagonista di provocazioni intelligenti, ci viene spiegato che la scelta e quando è stata fatta condizionerà tutta la vita. Siamo abituati a dare poca importanza a quanto facciamo e le conseguenze delle nostre scelte le incolpiamo a sfortuna o ad altre persone. La realtà è che pensiamo troppo a noi stessi, all’interesse individuale e non siamo più capaci di donare e sacrificarci, ecco anche perché siamo una società triste, depressa, senza scopo e morente.
Dopo la morte il santo arrivò alla porta del paradiso, a San Pietro chiese: “prima di entrare ho una curiosità, vorrei che tu mi aiutassi a capire cosa è l’inferno e mi accompagnassi a vederlo”. San Pietro era perplesso, perché voleva vedere l’inferno? Dopo qualche momento di esitazione rispose al Santo: “si, va bene, non è consuetudine. Andiamo a vedere l’inferno”.
In un attimo San Pietro e Santo si trovarono dinanzi a una porta con una grande scritta –INFERNO –, i due visitatori entrarono e il Santo, molto curioso, rimase colpito da quanto poteva vedere. Gli occhi si spalancarono e penetravano nell’infinito cercando di vedere il più possibile. Ciò che si mostrò ai suoi occhi era un tavolo lunghissimo, infinito e sopra a esso c’era il migliore cibo possibile, buonissimo, ottimo. Si vedeva con chiarezza che quanto vi era sul tavolo era qualcosa di incredibilmente buono. Il desiderio di assaporare i piatti sopra il tavolo colpì subito il Santo. Seduti al tavolo le persone condannate all’inferno, anche loro si perdevano nell’infinito seduti a destra e a sinistra del tavolo. In mano avevano tutti delle bacchette cinesi molto lunghe e sottili. Tutti prendevano il loro cibo preferito e con le bacchette cercavano di portare quanto desiderato alla bocca. Ma ciò era impossibile e nessuno di loro riusciva ad assaporare qualche prelibatezza. Solo in quell’istante il Santo notò sul viso dei commensali la disperazione, la sofferenza, l’insoddisfazione e il pianto.
San Pietro e il Santo tornarono alla porta del Paradiso e con il sorriso varcarono la porta: una immensa luce di felicità, gioia e amore li avvolse. Il Santo restò colpito e il sorriso sul suo viso fu pieno. Poi, davanti a lui, iniziò a vedere e guardò all’infinito. Ma rimase colpito. Perplesso. Davanti a lui vide quanto aveva visto nell’Inferno: un tavolo lunghissimo con ogni ben di Dio sul tavolo e uomini seduti ai due fianchi con lunghissime bacchette. Qui, però, le persone sorridevano ed erano gioiose. Il Santo allora guardò meglio e vide: nel paradiso c’era l’amore e ogni persona non pensando a se stessa ma agli altri utilizzava le proprie lunghe bacchette per cibare di ogni leccornia le persone sedute al tavolo. Il Santo comprese subito, nell’inferno la sofferenza nasce a causa del proprio ego, del pensare a solo a se stessi senza amare gli altri.
In questo breve racconto si può comprendere benissimo cosa è il cristianesimo e cosa vuol dire “ama il tuo prossimo come te stesso”, ma quanto a noi interessa sottolineare è che dove l’individuo vive per se stesso e quindi nell’individualismo la sua vita non sarà felice, sarà limitata e non potrà godere dei piaceri che lo circondano. Coloro che invece divideranno le proprie fortune con saggezza, al contrario, godranno di amore incondizionato. Questa è la visione del comunitarismo, la condivisione del bene e della ricchezza con la comunità, in contrapposizione all’individualismo e alla solitudine.
A voi la scelta.
Fabrizio Fratus

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