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ECCO COSA STA SUCCEDENDO A MOSCA E NEL DONBAS. INTERVISTA A FLAVIO BASARI E NATALIA KUZNETSOVA. A cura di Valerio Savioli.

Di seguito, in esclusiva per Domus Europa, l’intervista rilasciata da Flavio Basari e Natalia Kuznetsova.

Questa intervista vuole essere un contributo di preziosa testimonianza diretta, sia da parte di un italiano che lavora a Mosca e che viaggia costantemente in tutta la Federazione Russa, che di Natalia Kuznetsova, a sua volta natia di Donetsk nel Donbass, utile a produrre elementi capaci di gettar luce su un conflitto distorto dalla propaganda di guerra di cui siamo costantemente vittime.

Ringrazio nuovamente Flavio e Natalia per la loro disponibilità.

Valerio Savioli

 

Flavio Basari.

Flavio, in breve, di cosa ti occupi e quando è cominciata la tua esperienza in Russia?

Flavio: io sono il general manager della filiale russa di una azienda farmaceutica italiana, vivo stabilmente in Russia, a Mosca, come residente, dalla fine di marzo 2014.

 

Cos’è cambiato, economicamente e quindi lavorativamente, dopo il 24 febbraio in Russia? 

Flavio: in termini lavorativi personali a me e al business che dirigo non è cambiato niente in termini di operatività in quanto il settore farmaceutico è esente dalle sanzioni; l’unico problema che abbiamo avuto è relativo al tasso di cambio per la prima metà di marzo specialmente, con il rublo che è precipitato rapidamente nei confronti dell’euro; questo incide notevolmente sul nostro profitto in quanto noi importiamo i prodotti dalla casa madre italiana che ci vengono venduti in euro mentre noi li  paghiamo in rubli. Fortunatamente nella seconda metà di marzo il rublo si è ripreso molto bene e velocemente tornando ai livelli pre-crisi, grazie a diverse azioni messe in atto dal governo russo. Per quanto riguarda le vendite posso confermare che abbiamo avuto un incremento notevole nel mese di marzo.

Per molte aziende italiane e straniere di altri settori è stata da subito una situazione molto complicata a causa delle sanzioni, come puoi immaginare; in aggiunta a questo devi considerare che lo scorso mese molte aziende straniere hanno deciso di smettere di lavorare in Russia, come Ikea, Coca Cola e Mercedes, solo per fare degli esempi eclatanti; questo ha prodotto disoccupazione per numerose persone e per gestire la situazione il governo russo ha da poco emanato una nuova legge che prevede il commissariamento (come una nostra procedura di fallimento) per tutte quelle aziende che decidono di lasciare il Paese senza validi motivi legati al business. Aggiungo anche che l’inflazione si fa sentire, i costi di tutte le merci importate sono aumentati rapidamente.

 

I media italiani, e non solo, parlano di razionamenti di cibo, arresti di massa, e malcontento diffuso in Russia. Qual è il tuo pensiero a riguardo? In base alla tua quotidianità e alla tua vita personale e professionale a Mosca, puoi confermare queste notizie?

Flavio: grazie al mio lavoro ho l’opportunità di viaggiare frequentemente in tutte le Regioni (ho visitato più volte tutte le principali città dove ho numerosi amici medici con cui collaboriamo) e nella mia esperienza diretta (e indiretta dei miei amici) ti dico che ad oggi non abbiamo nessun problema, niente razionamenti né tantomeno arresti di massa (sono stati si arrestati dei manifestanti, ma quanti? Specialmente se li rapportiamo al numero totale della popolazione, 144 milioni di persone) e il malcontento è altrettanto marginale quanto questi presunti arresti di massa.

 

Il governo italiano, capitanato da Draghi, è stato uno di quelli che ha preso posizioni più intransigenti nei confronti della Russia. Cosa dicono i tuoi contatti russi a riguardo? Quali sono le reazioni dei russi nei confronti di un popolo amico, come quello italiano?

Flavio: in Russia nessuno conosce Draghi, l’unico politico italiano che tutti ricordano in Russia, con piacere, è Berlusconi! Ho diversi amici abbienti che sono stati più o meno colpiti dalle sanzioni, parlo di persone che amano il nostro “Bel Paese” a dei livelli incredibili, visceralmente, persone che hanno case, barche e anche business in Italia, che vengono (venivano) sempre in Italia in vacanza; ebbene questi amici mi hanno più volte esternato la loro grande delusione, “non ce lo saremmo mai aspettati dall’Italia!”, questo mi dicono, creando in me, amante del loro Paese, un grande imbarazzo. Sarebbe opportuno considerare quanto l’Italia ha perso in questa situazione, che quantità di turisti ricchi e investitori verrà a mancare al nostro Paese? (perché ovviamente non vogliono piu’ spendere soldi in Italia, ma al contrario molti, tra cui alcuni miei amici, hanno iniziato subito a sviluppare nuovi business in Turchia e a Dubai) Domanda: conviene questo all’Italia? Per avere cosa in cambio? Considerando che sto parlando di persone che non hanno incarichi politici ma sono solamente cittadini russi amanti dell’Italia.

 

So che la tua fidanzata è originaria del Donbass, vorrei, se possibile, rivolgerle le seguenti domande: in Italia e in Occidente quel che rimane del dibattito pubblico è condizionato dall’accettazione acritica del concetto “aggressore/aggredito”, dove il primo è la Russia di Putin e la seconda è l’Ucraina. Qual è il tuo pensiero in merito? Cosa ci puoi raccontare delle condizioni di vita del Donbass in questi anni?

Natalia: io sono nata e cresciuta a Donetsk, Donbass, e da quando è iniziata la guerra nel 2014 ho potuto seguire tutte le varie drammatiche fasi che si sono succedute, in

Natalia Kuznetsova.

dettaglio. Per rispondere alla tua prima domanda vorrei dirti che è vergognoso parlare oggi, dopo otto anni, di aggredito e aggressore, quando in Italia e in Occidente non è mai interessato niente a nessuno della gente che moriva nella mia terra, e ad oggi sono tutti disperati per gli ucraini.

Dovete sapere che nella Regione del Donbass il 90% della popolazione parla russo ed ha cultura e tradizioni russe, questa è una situazione storica dai tempi pre-rivoluzione. Lentamente, dopo la caduta dell’Unione Sovietica nel 1991, per i successivi trent’anni i nazionalisti ucraini hanno tentato in ogni modo di cancellare la nostra cultura russa, vietando lo studio della lingua russa nelle scuole, piuttosto che gli scrittori russi famosi e artisti vari; anche il film al cinema potevano essere solo in lingua ucraina. Vorrei farvi comprendere che gradualmente hanno voluto cancellare la nostra cultura russa in ogni modo, sostituendola con quella ucraina, ma noi del Donbass ci siamo sempre sentiti russi e non abbiamo mai accettato questo, lo abbiamo subito. Da quando è stato spodestato il Presidente Yanukovich nel 2014 subito sono iniziati ad arrivare i militari ucraini nel Donbass e il popolo del Donbass a iniziato ad armarsi, addirittura hanno utilizzato i vecchi carri armati della Seconda guerra mondiale usati come monumenti! In questo modo è iniziata la guerra civile ed il Donbass è stato bombardato più o meno costantemente per otto anni, ed io ho perso diversi amici e parenti per questo. E allora chi è l’aggressore e l’aggredito?

Tutte le persone come sono riuscite a dormire per otto anni con la paura dei bombardamenti? Come andavano i bambini a scuola, la gente al lavoro? Sempre con la paura di morire, spesso senza acqua e elettricità in casa. Dove era l’Occidente in tutti questi anni? Perché’ nessuno ci ha mai inviati degli aiuti come ora inviano agli Ucraini? Perché non interessava niente a nessuno di noi! Invece ora tutti disperati per questa situazione…

 

C’è differenza tra il russo delle metropoli e il russo che vive fuori dalle grandi città?

Natalia: come in tutti i Paesi del Mondo anche in Russia c’è differenza tra chi vive nelle grandi città come Mosca e San Pietroburgo e chi vive nelle Province, differenze nello stile di vita, differenze culturali, come anche in Italia, dove sono vissuta per alcuni anni.

 

Cosa vi aspettate da questo conflitto? Quali esiti?

Natalia: dall’operazione speciale militare mi aspetto che la regione del Donbass entri a far parte della Federazione Russa ed anche che avvenga un radicale cambiamento degli attuali politici e del recente passato, tutti asserviti agli USA, loro come tanti oligarchi che non devono più esserci; tutti queste persone nel tempo si sono ingiustamente arricchite alle spalle di milioni di bravi e poveri ucraini.

Flavio: mi permetto una riflessione finale con te, riguardo ad un punto che ricorre frequentemente nei dibattiti televisivi e sui giornali italiani: la dittatura russa. Cosa vuol dire? Io vivo qui da anni e non ho mai percepito di vivere in una dittatura, anzi il contrario; ho rilanciato la nostra azienda, ho assunto tantissime persone, la burocrazia funziona, a Mosca come sai hai tutti i servizi che vuoi a qualsiasi ora, e potrei continuare a lungo… ma mi viene detto: allora prova a manifestare! Primo, non ho bisogno di manifestare niente perché per me va tutto bene. Secondo, qualcuno può spiegarmi a cosa servono le manifestazioni in Italia? Cosa mai hanno prodotto? Quali importanti cambiamenti? Se non devastare città come Genova nel G8 del 2001. Di contro, se tu hai una casa di tua proprietà qui in Russia non può esistere il caso che arrivi una persona, magari una donna con un figlio piccolo, che si introduce illegalmente nella tua abitazione, occupandola, e tu da quel momento non puoi più fare niente sebbene sia una tua proprietà…oppure sei un cittadino che lavora e paga regolarmente le tasse, qui non succede che ti arrivi una cartella esattoriale errata che ti crea non pochi problemi, e potrei fare ancora tanti esempi positivi di come viviamo in Russia…. Ma la verità è che la maggior parte delle persone in Italia che parlano della Russia e dei Russia non sanno nulla di questo Paese, questo è il punto fondamentale, sono ignoranti nel senso che ignorano come stiano realmente le cose qui… e in ogni caso personalmente preferisco questa che loro chiamano “dittatura” rispetto alla “falsa democrazia” italiana (da quanti anni non andiamo a votare?!).

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