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LA PASSIONE DI CRISTO 2: IL FILM CHE NON S'HA DA FARE. Di Marco Gentili

Mel Gibson, 60 anni.

Che Mel Gibson amasse trattare, nei suoi film, temi scottanti è un dato di fatto. Si può osservare, ad esempio, l’omofobia non troppo velata di Edoardo I in Braveheart, oppure le polemiche attorno alla rappresentazione dei nativi americani su Apocalypto. Tuttavia l’apice lo si raggiunse con la Passione di Cristo, film del 2004. La pellicola narra le vicende delle ultime ore di Cristo, dall’ultima cena sino alla sua morte sulla croce. Il film è considerato uno degli ultimi colossal di Hollywood, girato in Italia, più precisamente a Matera, Craco e a Cinecittà, ottenendo un incasso di quasi 700 milioni di dollari. La passione viene ricordata però non soltanto per la grande interpretazione di Jim Cavizel nel ruolo di Gesù Cristo, per il trucco o per la scelta dell’utilizzo dell’ Aramaico come lingua ufficiale della pellicola, ma soprattutto per le pesanti critiche ottenute in tutto il mondo. Morando Morandini, critico cinematografico, e padre di Paolo Morandini, militante del gruppo terroristico Brigata XXVIII Marzo, lo hanno definito ‘’non religioso’’ poichè molto violento, con forti influenze antisemite. Riguardo a Gibson, il regista disse addirittura che questa pellicola gli venne espressamente commissionata da alcuni vescovi, membri del Concilio Vaticano II, i quali, secondo Morandini, chiesero un film “splatter” su Cristo. La realtà però sembra ben diversa. Ancora una volta un film ‘’scomodo’’, che va contro i canoni del cinema laico, liberale e progressista, è stato ampiamente criticato. Critiche del tutto sconosciute ai film trattanti temi LGBT come the Danish Girl, Carol e Freeheld o poggianti sulle polemiche legate all’alimentazione da parte delle associazioni vegane, come l’ultimo Consumed dell’inverno scorso. Le critiche e le accuse mosse contro la Passione di Cristo avrebbero dissuaso qualunque regista nel continuare a parlare di temi come la religione Cristiana. Ma nel 2016 lo stesso Gibson, insieme allo sceneggiatore Randall Wallace – nomination all’Oscar per Braveheart -, ha iniziato a lavorare sul sequel della Passione, trattante la Resurrezione di Cristo. Dal momento in cui questo film è stato proposto, a Hollywood è scattato l’allarme. Sorge una domanda spontanea: gli Stati Uniti son il paese produttore di pellicole come Hostel, dei sette capitoli di Saw, ma si scandalizza per un film su Cristo, definendolo violento? Appare evidente il classico detto “due pesi, due misure”. Se questa versione non convincesse, è interessante notare come l’attore che interpretò Cristo, Jim Cavizel, sia stato bandito da Hollywood dopo la sua partecipazione al film di Gibson, non riuscendo a trovare un ruolo nella grande (e laica) industria del cinema.

Marco Gentili

 

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