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TESTIMONI DEL VENETO. ELENA LUCREZIA CORNÈR PISCÒPIA. A cura di Giulio Bertaggia.

Nuova puntata della rubrica,”Testimoni del Veneto. Pillole su illustri testimoni di storia e cultura veneta”. Dal sorgere della Repubblica Serenissima e oltre la sua caduta, la storia delle Venezie ha visto nei secoli la testimonianza di grandi uomini che, con la propria firma, hanno contribuito all’arricchimento di un’immensa eredità culturale nei più svariati campi, dall’architettura alla musica sino alla politica. Grazie alla passione e alla cura del dott. Giulio Bertaggia, autore di questa pregevole raccolta di biografie storiche.

A cura di Giulio Bertaggia.

Elena Lucrezia Cornèr Piscòpia (1646-1684).

Elena Lucrezia Cornèr Piscòpia (Venezia 05/06/1646 – Padova 26/07/1684). Il titolo Piscòpia deriva dal feudo di Piscòpia, nell’isola di Cipro; feudo che Federico Cornèr ottenne nella metà del sec. XIV da Pietro I di Lusignano (1328 – 1369), re di Cipro. (1) Fu la prima donna al mondo a conseguire una laurea. Si laureò all’Università di Padova, in filosofia, nel 1678. (2) Per la precisione, il 25/06/1678, come ci ricorda una lapide all’esterno della sua casa natale, allora Ca’ Cornèr, oggi Ca’ Loredàn; si affaccia sul Canal Grande, nel sestiere di San Marco, vicino al Ponte di Rialto. Chissà perché, anziché la forma giusta Cornèr, nella lapide è scritto “Cornaro”. Elena fin dal 1669 veniva accolta per acclamazione nell’Accademia dei Ricovrati di Padova (vedi NOTA); accettò poi l’aggregazione a quella degli Infecondi di Roma, degli Intronati di Siena, degli Erranti di Brescia, dei Dodonei e dei Pacifici di Venezia. Aveva un’ottima conoscenza di latino e greco antico; di lingue moderne, come il francese, lo spagnolo e il greco moderno; di astronomia, geografia, matematica, scienze naturali. Imparò l’ebraico dal rabbino veneziano S. Aboaf. Vennero a farle visita: nel 1670 il cardinale Federico di Assia-Darmstadt, nel 1676 il cardinale de Bouillon, nel 1681 il cardinale César d’Estrées. Visse stabilmente a Padova dal 1679, in contrada del Santo. (3) In occasione della vittoria di Vienna del 12/09/1683, scrisse lettere gratulatorie all’imperatore Leopoldo I d’Austria (Vienna 1640 – 1705), al re di Polonia Jan III Sobieski (Olesko 1629 – Wilanòw 1696), al duca Carlo V di Lorena (Vienna 1643 – Wels 1690) e a papa Innocenzo XI (Benedetto Odescalchi, Como 1611 – Roma 1689) che le risposero tutti. (4) Nel 1665 aveva preso i voti come oblata benedettina. Le è stato dedicato un cratere di 26 Km di diametro sul pianeta Venere. (5) Alla sua morte, nel 1684, vennero scritte in suo onore dagli “Academici Ricovrati” delle composizioni pubblicate quello stesso anno a Padova dallo stampatore padovano Pietro Maria Frambotto. L’opera di Elena Lucrezia venne poi pubblicata nel 1688 a Parma dal tipografo Ippolito Rosati. (6) E’ sepolta a Padova, nella Basilica di Santa Giustina, dentro l’antica cappella di San Luca o Capitolo Vecchio, a cui si accede dal Corridoio delle Messe, a sinistra della cappella di San Massimo. A sinistra dell’ingresso una lapide ne ricorda il restauro a cura dell’Ordine Benedettino e la data di laurea “il settimo giorno prima delle calende (primo del mese) di Luglio” (contavano anche il giorno di partenza che qui è il 01/07). La sua tomba è nel pavimento, vicino all’altare. La lastra è una copia del 1895, anno in cui fu fatta una ricognizione della salma; la lastra originale, in frammenti, ricostituita, è affissa alla parete sotto il crocefisso. (7) A Padova, la ricorda una statua nel cortile antico di Palazzo del Bo, ai piedi della scala destra d’accesso alle logge. E’ opera di Bernardo Tabacco (Bassano 1656 – 1729), è stata qui trasferita nel 1773, come è inciso nel basamento; in origine, faceva parte del suo monumento funerario, demolito nel 1727, nella Basilica di Sant’Antonio. (8) Il monumento era un complesso di statue realizzato tra il 1684 e il 1689 per volontà del padre di Elena Lucrezia. (9) Il trasferimento di questa statua del bassanese Bernardo Tabacco avvenne per volontà della nobile letterata Caterina Dolfin (1736 – 1793), anche lei oblata benedettina e moglie di Andrea Tron, procuratore di San Marco. (10) A sinistra della statua, una lapide ne ricorda la data di laurea; purtroppo c’è scritto “Cornaro” anziché Cornèr. Inoltre è anche raffigurata in un affresco di Antonio Morato, del 1940, (11) sempre a Palazzo del Bo, nel cortile nuovo, dentro la Sala delle Studentesse. La ricorda anche un busto, opera del 1727 di Giovanni Bonazza (Venezia 1654 – Padova 30/01/1736), come ci spiega la targhetta posta sotto il busto; è nella Basilica del Santo, sul quarto dei pilastri tra la navata sinistra e la navata centrale, dalla parte della navata centrale. E reca giustamente il cognome Cornèr, non “Cornaro”! Il busto è dove prima c’era il gruppo scultoreo di Bernardo Tabacco. (12) (NOTA: L’Accademia dei “Ricovrati” venne fondata il 25/11/1599, dal futuro cardinale Federico Cornèr (Venezia 16/11/1579 – Roma 05/06/1653). (13) Venne poi detta Accademia Patavina delle Scienze: è l’attuale Accademia Galileiana di Scienze Lettere ed Arti, che si trova in via Accademia, 7)

(1) (“Elena Lucrezia Cornèr Piscòpia”, in www.veneto.eu)

(2) (Lionello Puppi – Giuseppe Toffanin, “Guida di Padova, c.ed. Edizioni LINT, Trieste, 1983, p. 54)

(3) (Renzo Derosas, “Elena Lucrezia Cornèr”, in Enciclopedia Italiana Treccani, 1983, www.treccani.it)

(4) (Bernardo Gonzati, “La Basilica di S. Antonio di Padova”, ed. Noviziato del Santo dei Minori Conventuali, Padova, 1853, vol. II, p.311)

(5) (“Elena Lucrezia Cornaro”, in it.wikipedia.org)

(6) (Dall’archivio cartaceo della Biblioteca Universitaria di Padova, via San Biagio n. 7, sotto la voce “Cornaro, Elena Lucrezia”)

(7) (guide del comune di Padova)

(8) (Lionello Puppi – Giuseppe Toffanin, op. cit., p. 54) ( Vedi anche: Camillo Semenzato, “L’Università di Padova. Il Palazzo del Bo. Arte e storia.”, c. ed. Edizioni ERREDICI, Padova, 1999, p. 53)

(9) (Camillo Semenzato, “L’Università di Padova. Il Palazzo del Bo. Arte e storia.”, c. ed. Edizioni ERREDICI, Padova, 1999, p. 53)

(10) (Bernardo Gonzati, op. cit., p.310; della stessa pagina, vedi anche la nota 1) (Vedi anche: Camillo Semenzato, op. cit., p. 53 e p. 58)

(11) (Lionello Puppi – Giuseppe Toffanin, op. cit., p. 61)

(12) (guide del comune di Padova)

(13) (“Federico Cornèr”, in it.wikipedia.org)

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